Anghiari, quando la politica è un teatro che diventa addirittura un teatrino

vOggi più che mai capita di sentir parlare di «teatrino della politica».

Il diminutivo qui non ha certo un tono vezzeggiativo bensì, capita che i cittadini lo pronuncino , francamente in senso opposto.

L’espressione attesta la diffusa convinzione che la politica non sia una cosa seria, bensì un’ingannevole finzione, un gioco delle parti che gestiscono il potere a danno del malcapitato popolo.
Tuttavia non si può dimenticare che non di un «teatrino» ma del «teatro» si è sempre parlato come di una metafora della vita umana, intesa come sistematico inganno di tutti ad opera di tutti, insomma generale autoinganno, recitata finzione, sia essa consapevole o ingenua, professionale o dilettantesca.
Se la vita è teatro, l’uomo è un attore.

Ogni uomo, lo voglia o no, recita la parte di un personaggio o via via, molto spesso, di vari o addirittura molti personaggi (il cosidetto piede in più staffe).

In questa situazione l’atteggiamento più ragionevole sembra consistere nel recitare la parte o le parti come in una favola drammatica, viverla o viverle, consapevoli che si tratta solo di una recita, rispetto a cui conviene mantenere una certa distanza.

Nel mondo antico lo storico Zenone di Cizico accarezzava l’ideale dell’uomo «a-patico», dell’uomo cioè che se ne sta al riparo dalle passioni, non perché le abbia soppresse ma perché, pur calandosi come attore nel suo personaggio, e come tale agendone le azioni e patendone le passioni, tuttavia non dimentica che sta recitando, sicché dalle une e dalle altre non cessa nel suo intimo di mantenersi a qualche distanza e di contemplarle come da un tranquillo osservatorio.
Nella modernità illuministica il punto di vista si radicalizza.

Osservò una volta Diderot: «Si dice nei salotti, che una certa persona è un grande attore; con ciò non s’intende dire che provi forti sentimenti, ma che è un maestro nel simularli, pur non provando niente».
Questo è il “quadretto” della politica in Anghiari dove:

-un solo movimento, ad un mese dalle amministrative, ha messo in gioco la faccia: il Movimento 5 Stelle con il suo candidato a Sindaco, i componenti la lista ed il relativo programma.

Degli altri? Notte fonda.

-Sappiamo solo il nome del candidato per  il Pd, già facente parte, non dimentichiamolo, dell’amministrazione negli anni ’80; non si conoscono ancora i componenti la lista ( sembra ci siano molti dissapori interni  per rottamazioni avvenute e dimissioni di chi invece  era addetto a rottamare,  che riveleremo a suo tempo ).

-Anche in quella che dovrebbe essere la terza lista a scendere in campo, o meglio a ripresentarsi: “Risveglio e Progresso per Anghiari”, sembra giochino nel non scoprire le carte ( Dini ancora candidato ?)  per cui: ancora nessun nome ed alcun programma che i possibili elettori possano attentamente (sarebbe  loro diritto) esaminare.

-Redazione-