Arrivano le automediche e per il 118 è una nuova rivoluzione

 In città e comuni limitrofi da oggi si cambia       

Aumentano i mezzi a disposizione del territorio. Si punta ad una maggiore rapidità negli interventi importanti.

Arezzo – Arriva la nuova rivoluzione per l’organizzazione del nostro 118. Si comincia da oggi nella zona aretina. E la rivoluzione si chiama automedica, Su tutti i codici più importanti che richiedono un intervento nella città di Arezzo e nei comuni dell’area aretina, prima dell’ambulanza arriverà questa vettura attrezzata e con a bordo un medico ed un infermiere specializzato. A loro spetterà il compito di fare la diagnosi, prestare le cure sul posto ed organizzare il servizio di trasferimento con l’ambulanza tradizionale che nel frattempo sarà giunta sul posto. “In questo modo – spiega il direttore generale Enrico Desideri – saremo in grado di aumentare il numero degli interventi, passando da uno a tre o quattro ogni ora. Il tutto, naturalmente, con la stessa coppia di sanitari (medico e infermiere) e le stesse attrezzature che si trovano nelle ambulanze. Tutto questo – conclude Desideri –  porterà anche a ridisegnare tutta la mappa organizzativa dell’emergenza sul territorio”.

In servizio da oggi due mezzi per automedica – Il progetto di riorganizzazione è stato approvato dalla Conferenza dei Sindaci nel dicembre scorso “ma la sua applicazione – afferma Desideri – richiedeva il completamento di alcune fasi prima di poter essere applicato. Tra queste, le verifiche degli scenari possibili, l’acquisto delle autovetture e l’addestramento del personale”.

“Ci siamo basati sulle esperienze e sulla grandissima casistica di cui disponiamo – aggiunge Massimo Mandò, direttore del servizio 118 – cercando di identificare le reali necessità del nostro territorio. L’obiettivo è quello di -migliorare il servizio, dando maggiori garanzie di efficienza concreta e senza sprechi”.

L’automedica in Italia non è una novità. Altre realtà sanitarie la utilizzano da tempo e anche quelle esperienze sono diventate fonte di ispirazione per Arezzo.

Due automezzi, (Volkswagen Sharan con trazione integrale permanente) sono adesso a disposizione degli operatori 118, che le hanno munite di tutte le attrezzature necessarie (dagli strumenti per la rianimazione cardiopolmonare, al life pack 15 per la trasmissione dei tracciati cardiaci al cardiologo guardia in UTIC 24 ore su 24, dall’ossigeno alla tavola spinale, fino a tutto quel materiale di prima necessità che serve nelle condizioni più diverse e spesso estreme).

Quando la centrale 118 riceve una richiesta di soccorso per un codice maggiore dall’area urbana, parte subito l’automedica, e in contemporanea ambulanza con i volontari della associazioni di volontariato e Croce Rossa. L’auto,naturalmente, è più rapida e arriva sul posto con a bordo un medico ed un infermiere. Immediatamente viene eseguita la valutazione del caso effettuando poi i necessari interventi di primo soccorso.  Quando il paziente è stabilizzato e si individua la destinazione, lo stesso viene affidato all’equipaggio dell’ambulanza che in tutta sicurezza può eseguire il trasferimento. Ma a quel punto l’automedica può già intervenire su un altro servizio, rispondere ad un’altra chiamata di soccorso, mentre sino ad oggi medico o infermiere sarebbero rimasti bloccati sull’ambulanza impegnata nel trasferimento del paziente al pronto soccorso.

“E’ certo che si riducono i tempi di intervento – spiega ancora Mandò – e che si aumenta la qualità del servizio con la presenza contemporanea di un medico e di un infermiere sul mezzo di soccorso.”

Così i mezzi sul territorio – Fino ad oggi nell’area aretina erano in turno quattro ambulanze a tempo pieno e due a metà tempo. Più precisamente, una ambulanza con medico e una con infermiere per 24 ore, due ambulanze Blsd con volontari nelle 12 ore diurne, una ambulanza Blsd destinata ai trasferimenti per 24 ore, nella postazione di Arezzo. Poi una ambulanza con medico a Subbiano ed una Monte San Savino.

Il nuovo schema, invece, prevede su Arezzo l’automedica con medico e infermiere sulle 24 ore, oltre a due ambulanze Blsd con volontari ed una Blsd per i trasferimenti, sempre nelle 24 ore, Più altre due Blsd nelle 12 ore diurne. Le postazioni di Subbiano (da oggi19 febbraio) e Monte San Savino (dal primo marzo), sempre attive sulle 24 ore, avranno a bordo il medico nelle 12 ore diurne e l’infermiere nelle 12 ore notturne.  In tutto sei mezzi a tempo pieno e due a metà tempo.

“A questo proposito – segnala ancora il direttore del 118 – va sottolineato che l’Azienda ha recepito pienamente una nostra richiesta di maggiore tutela del servizio ai cittadini. Pur avendo una automedica in attività sulle 24 ore, la centrale 118 è stata dotata di una seconda automedica, identica per attrezzature e potenzialità alla prima, raddoppiando così le possibilità di intervento. Lo scopo è chiaro: se la prima automedica si trova impegnata in un servizio che richiede più tempo, o magari è molto distante (come a volte accade intervenendo in autostrada), l’organizzazione del personale del 118, ci consente di allestire un altro equipaggio che, in emergenza, sale sulla seconda automedica ed interviene. Come pure, siamo in grado in ogni momento di far salire un infermiere o un  medico dell’emergenza su una ambulanza Blsd e trasformarla in mezzo ad alta specializzazione.”

Equipaggi preparati

Nulla è stato lasciato al caso. L’attivazione dell’automedica è stata preceduta per gli infermieri che saranno alla guida dell’equipaggio di questo mezzo, dalla partecipazione ad un corso di guida sicura tenuto da istruttori piloti, quasi tutti ex agenti della Polizia Stradale, presso la pista di Strasicura di Montecchio Vesponi.

“L’Azienda ha compiuto un ulteriore sforzo – commenta il direttore generale Enrico Desideri – per dotarsi di una più efficace ed efficiente struttura dell’emergenza territoriale. E’ l’avvio di una vera e propria rivoluzione del sistema, che interessa adesso l’area cittadina e dei comuni limitrofi, ma che poi sarà esportata anche nelle altre zone. Noi in questo modo spenderemo un po’ di più. In un momento di crisi come l’attuale può sembrare un controsenso, ma abbiamo preferito aumentare le risorse in questa area strategica dell’assistenza e razionalizzare in altre aree dove non si mette a repentaglio la vita e la salute delle persone”.