Da Arretium ad Ariminum, passando per Anghiari

“Un tempo”: importante strada consolare romana, “oggi”: un ameno percorso su reti provinciali attraverso l’Appennino, fino a Rimini.

(Nella foto: Percorso della via Ariminensis)

La via Ariminensis fu fatta costruire per scopi militari da Marco Livio Salinatore verso la fine del III secolo a.C. sul tracciato di un antichissimo percorso che collegava l’Etruria alla Val Padana (da qui transitarono più volte i Galli nelle loro scorribande verso Roma), fu poi declassata a strada vicinalis in epoca imperiale; univa il municipio di Arezzo, importante caposaldo a difesa dei confini settentrionali, con i porti dell’Adriatico.

Contribuì non solo al rapido spostamento delle legioni ma rappresentò anche un importante canale per gli scambi commerciali; raccordandosi  alla Cassia, che da Arezzo conduceva nell’area fiorentina e da qui fino a Lucca e a Luni, raggiungeva le sponde del Mar Tirreno.

Uscita da Arezzo in prossimità di Porta San Biagio l’antica strada romana attraversava il borgo La Catona (dove sono stati rinvenuti moltissimi reperti archeologici di epoca etrusco romana) toccava in successione:

-Praedium Tricotianum (Tregozzano), Praedium Camperianum (Campriano) e poi, piegando a destra (statale della Libbia), attraverso il passo della Scheggia giungeva al Castello di Montauto.

(Nella foto: Castello di Montauto)

Qui si biforcava:

– un ramo si dirigeva verso Castrum Angularium (Anghiari) per poi scendere verso la valle del Tevere, Sansepolcro e Città di Castello (Tifernum Tiberinum);

-l’altro ramo procedeva verso Ponte alla Piera, Praedium Asilianum (Sigliano) e Pieve Santo Stefano, ricongiungendosi al ramo precedente.

(Nella foto: Ponte alla Piera, ponte medievale)

Attraversata la Val Tiberina risaliva verso est fino al passo di Viamaggio (983 m) e a Badia Tedalda (vi si trova un’ antica abbazia costruita su resti romani vicino al castello dei Tedaldi).

Da qui la via seguiva il percorso del torrente Marecchia (fluvius Ariminus) lungo la riva destra fino a Rimini.

-Alessandro  Ferrini – fonte; Tuttatoscana-

Pubblicato da Redazione