Domani 27 Aprile: Festa dell’indipendenza della Toscana

La notte stessa a Firenze, capitale del Granducato, si tenne una riunione dei capi dei vari schieramenti politici  favorevoli all’unificazione italiana e  fu stabilita per il giorno successivo una grande manifestazione in città e fu nominata una giunta provvisoria

La mattina de27 aprile una gran folla scese in piazza Barbano, oggi piazza Indipendenza, gridando il proprio sostegno al Regno di Sardegna e lanciando invettive contro l’Austria.

Si formò poi un corteo che arrivò fino in piazza Signoria e dal corteo si staccò un manifestante per issare il tricolore sulla facciata di Palazzo Vecchio .

Il Granduca Leopoldo II si  schierò contro l’Austria, ma ormai il suo rapporto con il popolo e i suoi leader era compromesso al punto che gli fu chiesto di abdicare e la sera del 27 aprile Leopoldo II “lasciò Firenze con la famiglia“.

L’11 marzo e il 12 marzo 1860 con un  plebiscito fu decretata a larghissima maggioranza l’annessione della Toscana al Regno di Sardegna: 366.571 voti favorevoli contro 14.925 contrari.

Il cambiamento era stato quindi consacrato dal plebiscito col quale i toscani, a suffragio universale maschile, vollero entrare a far parte del costituendo Regno d’Italia. La sovranità popolare quindi subentrò a quella assoluta.

In quegli anni, al momento della costruzione dell’Unità d’Italia diventò cruciale la questione del regionalismo, che ha alimentato poi per anni un dibattito segnato dal contrasto fra posizioni che spaziavano da orientamenti marcatamente centralisti a tendenze di tipo federalista.

Allora la tendenza federalista si divideva tra Cavour in cui prevaleva un’idea di creazione delle regioni quali ambiti di decentramento dell’amministrazione statale in una prospettiva di integrazione unitaria, mentre per Cattaneo l’indipendenza del paese doveva assumere un carattere non già unitario e centralistico, bensì federale con la costituzione degli Stati uniti d’Italia, come logica conseguenza delle profonde diversità storiche e sociali delle sue regioni,

Con la Costituzione della Repubblica Italiana del 1948 l’Italia introdusse le regioni nel suo ordinamento giuridico che agli articoli 114 e 115 prevedeva:

La Repubblica si riparte in Regioni, Province e Comuni.»

Ma poi l’effettiva costituzione delle Regioni nel 1970 e soprattutto la Riforma del Titolo V della Costituzione, in vigore dal 2001, che ha modificato i tradizionali rapporti tra centro e periferia, non ha affatto risolto le problematiche del nostro stato nazionale, emerse al momento della sua formazione nel 1861.

Regionalismo, riconoscimento delle autonomie, decentramento, non vogliono dire, come appare nel dibattito pubblico, costituzione di repubbliche quasi indipendenti; e questo è chiaro soprattutto oggi in questa drammatica emergenza sanitaria, quando la battaglia contro il Covid non solo è nazionale, ma anche internazionale e bisogna essere uniti, saper cooperare, non certo rivendicare anacronistici orgogli regionali.

La Festa della Indipendenza Toscana è stata istituita da alcuni anni per celebrare il contributo decisivo della  regione al Risorgimento e ricordare quello che tanti generosi esponenti della politica, della cultura e della società civile toscana,  hanno dato per lasciarsi alle spalle la piccola patria a favore di quella più grande che si stava costruendo.

Oggi celebrare il 27 APRILE al tempo del Covid significa essere consapevoli che:

con quella grande manifestazione di piazza  iniziava un percorso di crescita politica del popolo toscano nel senso di una cittadinanza, allora italiana, oggi europea senza alcun rimpianto per la Toscana dei municipi medievali o delle signorie rinascimentali, del Granducato dei Medici o dei Lorena.

-tratto da un art.di Sergio Casprini-

Pubblicato da Redazione