“Fnomceo” certifica il ‘sorpasso’ delle donne medico: “Sotto i 65 anni più degli uomini”

Il presidente Anelli: “Soprattutto nelle fasce di età più giovani, le colleghe sono più numerose rispetto agli uomini. È necessario che anche i sistemi organizzativi tengano conto di questa nuova realtà e vi si adeguino. Occorre, ad esempio, che si modifichino i contratti, introducendo modalità flessibili di impiego”.

Il ‘sorpasso’ c’è già stato, almeno tra i medici che, quasi sicuramente, sono ancora in attività:

-sotto i 65 anni di età, i medici donna sono di più dei colleghi uomini. A rilevarlo, i dati elaborati, come ogni anno, dal Ced della Fnomceo  (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri).
Se, guardando al totale, che comprende anche dottori più anziani, gli uomini sono sempre la maggioranza – 212941, vale a dire il 66%, contro 168241 colleghe  ma, lo scenario cambia se andiamo ad analizzare i dati degli under 65: in quella fascia, che comprende appunto la maggioranza dei medici attivi, le donne sono 139939, il 52,72%, gli uomini 125476.

Un sorpasso di misura, dunque, che però diventa più evidente se abbassiamo l’asticella dell’età: sotto i 40 anni, ad esempio, sono le donne a costituire quasi il 60% dei medici iscritti agli albi, e, nelle fasce tra i 30 e i 34 e tra i 35 e 39 anni, arrivano quasi a doppiare, per numero, i colleghi uomini.
-“La nostra professione è sempre più declinata al femminile– afferma il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli (foto). –Soprattutto nelle fasce di età più giovani, le colleghe sono più numerose rispetto agli uomini. È necessario che anche i sistemi organizzativi tengano conto di questa nuova realtà e vi si adeguino. Occorre, ad esempio, che si modifichino i contratti, introducendo modalità flessibili di impiego. Quello della cosiddetta femminilizzazione della Professione è uno dei grandi cambiamenti che coinvolge la Professione ed è stato uno dei temi al centro degli Stati Generali. A fine giugno, quando si terrà l’evento conclusivo, presenteremo, anche su questo, un Documento di sintesi dei lavori”.
Situazione ribaltata tra i medici over 70 ancora iscritti, dove il numero di uomini è cinque volte quello delle colleghe: 45293, a fronte di 9108 donne. Addirittura sei volte, se ci focalizziamo sulla fascia con più di 75 anni.

Del resto, quella della femminilizzazione della professione è una tematica moderna:

solo cento anni fa, le donne medico erano circa duecento, per diventare 367 nel 1938. Medico fu però la prima donna a laurearsi nell’Italia unita: Ernestina Paper, originaria di Odessa, che discusse la sua tesi all’Università di Firenze nel 1877; seguita, l’anno dopo a Torino, da Maria Farné Velleda, seconda laureata d’Italia, sempre in Medicina.
Ma se in generale la tendenza è in crescita (lo scorso anno si contavano, tra i medici, 210713 uomini e 163336 donne), diminuisce invece la forbice tra i neoiscritti: sotto i 30 anni si è vicini al pareggio, con 8232 uomini e 10088 donne.
Stando ai dati diffusi lo scorso ottobre da Anaao-Assomed, uno dei sindacati rappresentativi dei medici ospedalieri, alle donne appare ancora preclusa la possibilità di fare carriera: solo 1 su 50 diventa Direttore di Struttura Complessa e 1 su 13 responsabile di Struttura Semplice.

E anche nelle discipline in cui è più elevata la quota di donne tra i medici, la loro presenza nelle posizioni apicali è molto bassa: sono il 10% in Pediatria, il 17% in Ginecologia e ostetricia, il 17% in Psichiatria.
I Consigli degli Ordini, invece, sono sempre più declinati al femminile e aumentano anche le donne ai loro vertici: sono attualmente undici le Presidenti d’Ordine, cinque le Presidenti delle Commissioni Albo Odontoiatri, molte le Vicepresidenti e le Segretarie generali. In concomitanza ad ogni Consiglio nazionale, le Presidenti d’Ordine e Cao si riuniscono in un Tavolo, coordinato da Anna Maria Calcagni, Presidente dell’Omceo di Fermo.

È invece Maria Erminia Bottiglieri, Presidente dell’Omceo Caserta, a coordinare il Gruppo di Lavoro Area Professione della Fnomceo.
Molte di meno, ma in forte crescita, le Odontoiatre, che con le loro 17198 iscritte contro i 45700 colleghi uomini (contiamo in questi numeri anche gli iscritti a entrambi gli albi, che sono cioè medici e odontoiatri ma che in prevalenza esercitano la professione odontoiatrica) costituiscono il 27% dei dentisti italiani ed il dato eclatante è proprio il loro aumento, molto più rapido rispetto a quanto avviene tra i medici.

-Pubblicato da Redazione-