Giornalismo e diritto di cronaca / Scrivere di tutto e di tutti, senza fare sconti

Il lavoro del giornalista “non”  è quello di proporre una o più verità, ma più semplicemente “quello di raccontare i fatti”.
copj170Attenersi ai fatti, scrivere notizie , sembra una cosa semplice ed invece è divenuta una pratica sempre più rara , difficile ed a volte pericolosa.

Purtroppo la linea di indipendenza del giornalista cozza con una certa visione delle cose, molto diffusa di questi tempi, che condiziona, per dirla in tutta franchezza: “tra i soldi e l’autonomia”.
Noi, comunque, abbiamo scelto la seconda: “l’autonomia, la libertà”.
Ai giornalisti viene chiesto sempre più spesso, e da più parti, di: “ fare propaganda ( pagine autogestite) invece che informazione vera”.
E quando qualcuno ci prova ( i cittadini debbono saperlo) a raccontare i fatti, spesso nella loro oggettiva complessità che può rivelarsi anche provocatoria, allora scatta: “l’isolamento, la minaccia, la repressione” da parte del politico.
Il vero giornalismo è un punto di riferimento della società, termometro del paese, indispensabile strumento di conoscenza, simbolo di dibattito, di confronto, mezzo con cui possiamo farci una opinione di quanto ci accade intorno, usando tre gradi di informazione:
la notizia, il più possibile rigorosa, oggettiva, verificata ed attenta;
la riflessione sulla notizia che dovrebbe favorire e sollecitare una reazione nel lettore che con l’articolo si confronta;
il commento sui fatti
E’ ormai consuetudine che il giornalista sia considerato, da qualcuno, una voce un po’ scomoda forse per la sua schiettezza o per essere fuori sincrono rispetto al pensiero dominante di colui o coloro che si sentono, illudendosi di essere i più forti e che, nonostante i tanti problemi, “non vogliono abdicare ”.
C’è un’arretratezza culturale e una crisi politica molto forte che “solo il giornalista scomodo”, mordendo i polpacci dei colpevoli, mette in risalto informando e documentando il cittadino.
Questo Paese (parliamo in generale, dell’Italia intera, senza esclusione di alcun luogo) non è ancora morto, non deve e non vuole morire e la voglia di alcune persone di parlare e di chiedere è un mezzo da non sottovalutare, un mezzo che dimostra l’amore per quel luogo che lo vorrebbero  sgombero da ogni bruttura.
Per molti anni, i politici non ci hanno raccontato tante cose ed ancora continuano a prenderci per i fondelli.

La politica vorrebbe ancora condizionare l’informazione. Con alcuni ci riesce, ma per fortuna, non con tutti, con noi, lo ripetiamo: NO.
Il giornalista deve essere libero di raccontare tutto ,  non solo cose di parte come vorrebbero, la libertà giornalistica è di:  “scrivere di tutti e di tutto senza fare sconti”.
Il problema non è “se si è con o contro”, ma che certi personaggi “non vorrebbero la libertà di stampa” perchè a loro piacciono le pagine autogestite e mantenere lo scranno avuto in dono dall’incolpevole cittadino.
-Redazione-