La “querelle Poiana”, un turista scrive in Redazione

slideshow-header1Riceviamo e pubblichiamo:
Innegabilmente Anghiari e i suoi aneddoti mi affascinano sempre più..
Tra storie antiche di fantasmi, sale di tortura con tanto di attrezzi ingegnosi, la visione di un coleottero rarissimo che quasi ci prendevo un colpo, poi di recente la storia della poiana in piena crisi di identità di genere che diventa Vip in prima pagina per l’essersi aggrappata ai berretti e ai parrucchini dei passanti.
Il Sindaco di Anghiari che, a sua volta, si aggrappa alla poiana (questa è l’impressione) per cogliere l’occasione di trarne pubblicità propria ai fini elettorali.
Pare proprio che debba dar ragione al Sig.F.G. in merito al contenuto di un suo post pubblicato nel “Fendente”.
Pare che le cose serie ad Anghiari siano spesso tacitamente scansate dall’amministrazione e volutamente abbandonate alla perdita di memoria a breve termine, tipica ormai di ogni cittadinanza italiana.
L’Arte Toscana è un’Arte con la A maiuscola che non va di certo disattesa né abbandonata come spesso accade ad un infausto destino o peggio a becere speculazioni.

Sono sicuro che qualcuno di lor Signori della AC avranno cortesia nel rispondere alle più che legittime questioni poste.
Me lo auguro, non vorremmo ritrovarci a dover chiedere spiegazioni alla poiana, la quale, innegabilmente, in fatto di presenza fisica sul territorio Anghiarese, riesce a distinguersi eccellentemente.

Le amministrazioni invece pare continuino a perseguire lo stile fantasma.
Complimenti a lei, quindi, signor F.G. per aver posto una questione che denota una spiccata sensibilità verso ciò che è patrimonio artistico, culturale e storico anghiarese.

La storia italiana è  stata colmata di mistificazioni, almeno negli ultimi settant’anni.
E’ stato attribuito valore a ciò che non l’aveva e sminuito il valore di ciò che era un patrimonio di inestimabile valore.
Vedere qualcuno interessarsi per quelle poche realtà che a distanza di secoli possono ancora trasmettere ai nostri giovani un segno semantico indelebile di ciò che siamo stati mi riempie di gioia.
Ha tutto il mio appoggio e la mia solidarietà, mi creda.

Non ha idea di quante opere meravigliose ho visto distruggere volontariamente, solo perché raccontavano la storia di un impero che aveva dominato nel periodo pre-bellico.
Ponti, sculture, strutture colossali di immane bellezza. Arte che rappresentava la memoria di una cultura e di quella che fu un’ideologia che come tutte le ideologie ha avuto pregi e difetti. Distrutte dalla nuova ideologia che credeva d’esser migliore di quanto fosse la precedente, ma che ha compiuto nel tempo i medesimi errori, se non peggio.
Oggi siamo l’esempio di ciò che nel tempo è stato cancellato, censurato.
Siamo un popolo che ha una storia che ricorda tanto la gruviera piena di buchi.

Questi buchi che rappresentano la nostra ignoranza e quello zoccolo duro di sottocultura sul quale si è sempre pontificato per fini politici, non potranno mai più essere colmati né rattoppati.
Per tal motivo l’italiano in genere ha perso buona parte della propria identità.
Per tal motivo siamo ancora qui, nella convinzione di essere uomini liberi, quando della libertà non ci è stato trasmesso nemmeno il profumo.
12729232_1161735537170423_7942015288197264625_nNessuno di noi sa cos’è realmente questa benedetta libertà.

E’ solo una figura astratta delle nostre tante, troppe illusioni quotidiane.
Dopo queste mie riflessioni, mi sia concessa una ‘battuta scherzosa’ sulla “poiana” poichè,  ormai,  codesto animale ha assunto un ruolo così importante e determinante nella quotidianità degli Anghiaresi e di certi giornalisti locali, da meritare un posto nello stemma del paese..
C’è chi ha il grifone, chi il drago, voi avete la poiana…
 Parrebbe così che la poiana stesse tenendo in ostaggio, non solo la cittadina ma anche: il giglio fiorentino..
-f/to Raffaele Molinari-

Pubblicato da Redazione