Pd, tutti gli errori dal governo Renzi a Gentiloni

Un esame critico delle politiche dei governi a guida Pd è possibile?

Da ormai un anno molti commentatori e altri soggetti chiedono conto al PD della sconfitta, o più precisamente chiedono al PD di dar conto della sua sconfitta con un esame onesto e impietoso delle politiche dei governi da esso guidati, almeno da Renzi a Gentiloni.

Molti di quelli che rimproverano al PD di“non aver capito le ragioni dell’insuccesso” parlano come se -loro- le conoscessero benissimo in quantonote ed evidenti a tutti, e sembrano rimproverare al PD più l’ostinazione nel non voler riconoscere l’ovvio che un deficit culturale, o un’incapacità di analisi, o una paralisi di intelligenza politica che dura ormai da tempo.

Trovare una risposta, per quanto importante e urgente, non è  facile, ma è  anche stupefacente che nessuno, nel PD o fuori, abbia mai fatto un serio tentativo in questo senso.

La società italiana si trova in una fase di ristagno produttivo e retributivo che dura almeno da due decenni:

“Nel 2018, il reddito pro-capite degli italiani fu  pari a quello del 1999 ed è 8 punti inferiore a quello del 2008.  In tutti gli altri paesi europei, esclusa la Grecia, il reddito pro-capite ha (a volte ampiamente) recuperato i valori precedenti lacrisi.”

Questo si è riflesso sulla disuguaglianza e la povertà.

“La disuguaglianza in Italia secondo le misure prevalenti è a livelli simili a quindici anni fa ma se si usa come indice di disuguaglianza la distanza tra il primo e l’ultimo quintile della distribuzione del reddito si vede che il divario è aumentato durante la crisi e l’aumento è dovuto alla riduzione dei redditi dei poveri e non all’aumento dei redditi dei ricchi: la componente più rilevante della disuguaglianza è dunque l’aumento della povertà.

Dunque: “non basta guardare agli ultimi quattro anni, bisogna allargare lo sguardo sugli ultimi due decenni per capire da dove arrivano l’insoddisfazione di oggi e tutte le sue dimensioni.”

Giusto, l’insoddisfazione montava datempo. Ma perché si è espressa solo il 4 Dicembre 2016 e 4 Marzo 2018?

Che cosa ha fatto da detonatore?

Non potrebbe essere stato l’estremo ottimismo, la promessa di una svolta subitanea, il populismo mirabolante con cui Renzi si intratteneva con la cittadinanza, mentre i suoi tecnici lavoravano alacrementee i decreti attuativi venivano sfornati uno dopo l’altro senza che nessuno se ne accorgesse?

-da un articolo di Giacomo Costa – fonte: Affartitaliani.it-

-Pubblicato da Redazione-