Perché eleggiamo cretini per governarci?

La democrazia è da buttare?

-No.

È una pessima forma di governo, ma la migliore di quelle disponibili.

Per funzionare avrebbe bisogno che tutti avessimo le informazioni giuste perchè il futuro della democrazia si gioca sulla qualità di informazioni corrette che sia politici che elettori avranno a disposizione.

Come rendere democraticamente disponibili queste informazioni è “la sfida per combattere i cretini”.

Perché eleggiamo cretini per governarci?

Potrebbe sembrare irrispettoso e snob ma, nelle democrazie europee, abbiamo una certa predilezione per votare personaggi le cui biografie non sembrano le più adatte:

comici, attori, saltinbanchi dei reality, smandolinatori da crociera.

Mentre un tempo la politica era grigia perché era seriosa, ci si aspettava che un politico si formasse alla “Frattocchie”, studiasse i dossier, facesse una gavetta dal quartiere al parlamento, oggi promuoviamo sul campo maschere carnascialesche, che hanno fatto della battuta greve la loro raison d’être.

E questo non significa non riconoscere la loro validità politica.

Tuttavia è indubbio che sono  portatori di un linguaggio diverso e spensierato, fatto di “vaffa“.

La politica soffre di “selezione avversa” per cui si sceglie sempre la cosa sbagliata.

Le persone intelligenti sono critiche, soprattutto con se stesse, sovrastimando i propri limiti;

-quelle cretine si sentono super sicure, non capendo le loro deficienze.

Nella telepolitica, gli elettori premiano la proattività e l’essere brillanti: se non sei giovane e smart, ne consegue che selezioniamo i cretini a scapito degli intelligenti.

Cretini selezioneranno altri cretini. Un politico cretino non ha nessuna voglia né la capacità di affrontare i temi secondo un sistema analitico. Le decisioni verranno assunte “cavandosela”, con decisioni da “cestino della spazzatura”.

In questo contesto, non servono consulenti politici, ma yesman, igieniste dentali e altre figure ancillari che non disturbano il manovratore.

Il loro conformismo sarà il successo della loro carriera: basta vedere quanti ex collaboratori di politici vengono premiati con uno scranno.

Nella stanza delle decisioni, prevarranno altri due effetti noti agli psicologi sociali:

-la legge della trivialità di Parkinson, per la quale gli imbecilli discutono di cose inutili, non avendo gli strumenti per affrontare le questioni complesse;

-la legge di Putt, per la quale lo stupido verrà premiato attraverso una promozione, dove farà meno danni.

Il politico imbecille governa male, contro gli interessi di tutti ma, grazie al ciclo-politico elettorale, mettendosi a spendere, a regalare prebende prima delle elezioni, verrà rieletto.

Perché come il politico imbecille assume comportamenti scellerati, da azzardo morale.

D’altronde, proprio le preferenze elettorali di una collettività, sono “irrazionali”.

-“È allora la democrazia da buttare? No.

È una pessima forma di governo, ma la migliore di quelle disponibili poichè:

-per funzionare avrebbe bisogno che tutti avessimo le informazioni giuste, ma è andata diversamente.

Il futuro della democrazia si gioca sulla qualità di informazioni corrette che: “ sia politici che elettori avranno a disposizione”.

Come rendere democraticamente disponibili queste informazioni è la sfida per:

combattere i cretini”

-Redazionale-