Piero della Francesca e la “Madonna con la valigia”

61b470b96c7aae383153c592727d5afb_400x400Riceviamo e pubblichiamo dal prof. Roberto Manescalchi (foto), storico dell’arte, considerato uno dei principali studiosi di Piero della Francesca:

Un google alert mi avvisa oggi che il sito on line del quotidiano La Repubblica e più precisamente: http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/10/18/news/mostre_milano_natale-150060042/ informa dell’imminente (prossimo Natale) esposizione del Polittico della Madonna della Misericordia a Milano (palazzo Marino).

Cosa ho da dire a riguardo?

Molte cose, ma premettiamo del come sia noto a tutti che il sottoscritto passi per un gran rompiscatole. Non è così!

Sono decenni che il frammento di affresco che probabilmente raffigura San Giuliano fa il globetrotter (viaggiatore che propone spedizioni improbabili con mezzi improvvisati) e non ho mai detto una parola.

06444f9ab62729af60a74c3698e93dda3ea8cbaeRecentemente tutti sanno che la pala centrale del Polittico della Misericordia ha preso la via di Forlì e anche in questa occasione mi sono morso la lingua e mi son guardato bene dal digitare alcunché sulla tastiera del mio Mac… ora la misura è colma!

Non sono io il rompiscatole… è il nostro patrimonio culturale (patrimonio culturale dell’umanità e non di qualche Sindaco, Soprintendente e o Direttore di Museo) che è gestito con i piedi nell’indifferenza e nel menefreghismo generale e vediamo perché:

1) Per prima cosa precisiamo che (come nel caso della Madonna della Misericordia) trattasi di capolavori universali, assolutamente unici e inamovibili… Piero (con cui tutti vi riempite la bocca – da Sansepolcro città di Piero, al gelato, alla cremolata e, finanche, alle pantofole del genio -), in caso di malaugurato incidente, non ritornerà a dipingerli un altra volta! Spero che questo semplicissimo  concetto vi possa esser chiaro che a comprenderlo ci arriva anche il mio cane (ma lui, seppur indubitabilmente bestia, ha un qualche barlume di intelligenza che tanti umani sembrano non avere).

2) per far viaggiare un opera di Piero occorre che la stessa sia adeguatamente protetta e anche questo è concetto di una semplicità più unica che rara. Protetta in cassa indeformabile in grado di garantire la protezione da qualsiasi tipo di evento traumatico (durante il trasporto potrebbe o no, malauguratamente, verificarsi un incidente?); cassa in grado di garantire la tenuta termica e stagna (facile comprendere il come eventuali sbalzi di temperatura possano procurare danni ad opere madonnache hanno seicento anni o giù di li. La Madonna della Misericordia è andata a Forli e, probabilmente (a meno del giro dell’oca) è transitata, tra una buca e l’altra, per la E45. Ora è in procinto di recarsi a Milano probabilmente transitando per l’autosole e tutti, ovviamente, si augurano che il veicolo che la trasporta non faccia incidenti. Tutti sanno di come il San Giuliano sia salito sovente in aereo ed abbia varcato gli oceani. Non è che le disgrazie non capitano mai e non è che gli aerei non cadono mai. A volte cadono ed è notorio che più si vola e più aumenta il rischio. È un fatto abbastanza elementare che chiunque si sia avvicinato, anche casualmente, al calcolo delle probabilità può ben comprendere. Ha il comune di Sansepolcro casse adeguate per far viaggiare le sue opere? Cosa vuoi che succeda? Il tutto è in mani di ditte specializzate, mi pare di sentirvi! Domandina facile facile: Perché si mormora in giro che la Deposizione del Rosso Fiorentino, altro capolavoro più unico che raro (sempre di casa in Sansepolcro – chiesa di San Lorenzo -), sia tornato graffiato e con qualche rigo di troppo dall’ultima trasferta e sia per questo in restauro? È vero o è falsità? Abbiamo il dovere di tutelare e conservare non restaurare. Il restauro è, comunque e sempre, operazione traumatica per qualsiasi opera d’arte e non c’è Opificio che tenga! La storia di un intervento di restauro completamente reversibile alla bisogna è pura utopia e palla grande come una casa. C’è da dare lavoro ai tanti restauratori in circolazione? Ci sono una miriade di lavori con numero di addetti sotto il livello di necessità. Non si trova un calzolaio neanche a pagarlo oro che cambino mestiere (almeno alcuni) e che la finiscano, una volta per tutte, come spesso fanno, di operare, pur di lavorare, ai danni del patrimonio culturale che ci viene dal passato. Alcune parti del Polittico della Misericordia (proprio lui) hanno subito considerevoli danni in occasione della “Mostra di quattro maestri del primo Rinascimento” (Firenze palazzo Strozzi 1954) e dopo la mostra il Polittico è già stato in cura forzata, presso l’Istituto Centrale del Restauro di Roma, ed assente da Sansepolcro parecchi mesi. Molti di più di quanto allora preventivato per la mostra. Viene naturale e spontaneo dire che la cura non sarebbe stata necessaria (o sarebbe stata necessaria una cura meno invasiva) se il polittico fosse rimasto a casa! Concesso e non ammesso di avere la stessa precisa opera di prima e non con qualche ritocchino di troppo.

3) “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” è un saggio del 1936 di Walter Benjamin che non pretendo certo abbiate letto, ma chi controlla le opere al loro ritorno?

Le controlla chi non distingue un Piero della Francesca da un Lorentino d’Andrea?

Il direttore del nostro Museo Civico?

L’assessore alla cultura o lo fa direttamente il Sindaco di turno? Sono esagerato?

Ma se i musei di mezzo mondo sono pieni di falsi (fatti già due secoli fa) dai nostri Angiolino Tricca ed Elia Volpi che hanno fregato i curatori dei più importanti musei del mondo.

Ma di che cosa stiamo parlando ed io esagero?

La possibilità è meno remota di quanto si possa pensare!

4) Non possono essere soggetto a furto le opere durante la loro permanenza fuori città?

Non è capitato che abbiano rubato la Gioconda dal Louvre?

Non è capitato che abbiano rubato dalla Galleria Nazionale delle Marche la Muta di Raffaello, la Flagellazione e la Madonna di Senigallia? Tra l’altro due opere di Piero!

Furti lontani nel tempo? L’ultimo pochissimi decenni orsono, ma era il 2015 (solo un anno fa) quando dal museo di Verona (mica dalla chiesa della Propositura di Anghiari situazione, ovviamente, meno protetta e da dove, comunque, ha preso il volo, una quindicina di anni fa, un trittico di Matteo di Giovanni di cui mancano ancora all’appello i due laterali.

La parte centrale è stata recuperata segata e ridotta). Era il 2015, solo l’anno scorso, quando dal museo di Verona sono spariti capolavori di Tintoretto, Bellini, Rubens, Mantegna e Pisanello?

Mica Cincirinella!

I ladri, in teoria, potrebbero entrare in azione anche al Museo Civico di Sansepolcro e sarebbe certamente più facile che non a Verona? Certo che si visto e considerato che da noi in paese, probabilmente, circola, a piede libero, anche lo psicopatico che ha rubato il braccio con cui il Beato Ranieri faceva i miracoli, anche se della vicenda non si ricorda più nessuno. Se rubano un quadro dove dovrebbe stare, anche se sostanzialmente fa poca differenza, è un conto. Se lo rubano o danneggiano, intanto che è al giro, nell’immaginario collettivo (anche se forse il giudice potrebbe assolvere, ma non è detto che lo faccia e l’inquisizione è d’obbligo), la colpa è sempre, solo e soltanto, di chi ha autorizzato e disposto il viaggio. Ditte specializzate? È di “ieri” la notizia della sparizione di quaranta Kg di oro proprio nella nostra provincia. Hanno ritrovato il furgone vuoto si o no? Credo che fossero trasportatori molto specializzati e affidabili. Purtroppo nessuno sa e può prevedere cosa può succedere, anche di molto strano, nella mente di colui che fino al colpo di pazzia (hanno sfregiato la Gioconda e preso a martellate il Davide) era il più affidabile degli umani. La cassa quindi dovrebbe essere dotata di adeguata serratura con chiave, ovviamente, non in possesso dei trasportatori. Dovrebbe essere fatto un verbale di chiusura alla partenza ed un verbale di apertura all’arrivo e il funzionario preposto alla conservazione della chiave e alla stesura dei verbali dovrebbe viaggiare separatamente dall’opera. Ovviamente, per chiari e semplici motivi, la cassa dovrebbe avere al suo interno un segnalatore GPS che ne consenta, alla bisogna, l’immediato recupero.

5) Credo che tutti sappiano del come, nel caso di opere di Piero, si tratti sempre e comunque di capolavori di inestimabile valore (inestimabile ha un significato univoco e molto preciso), ma così, tanto per idea, se non si trattasse di valore inestimabile, a quanto credete che potrebbero essere aggiudicati, oggi, in un ipotetica asta (da Christies a Londra – ad esempio -), il San Giuliano o il polittico della Misericordia? Nel caso non vi foste posti il problema e o non lo sappiate ve lo dico subito. Fatti due rapidi raffronti credo che potrebbe superare tranquillamente  i cento milioni di euro il frammento di affresco e credo non sufficiente il miliardo di euro per l’intero polittico. Sindaco Cornioli, di grazia e per favore, lei che ha accesso agli atti, potrebbe renderci edotti dell’ammontare delle coperture assicurative previste per i viaggi trascorsi e disposti dalle altre amministrazioni e anche che copertura ha, eventualmente, previsto la sua per la prossima trasferta di Milano?

6) Mi pare di ricordare che il dott. Piccini (Presidente dell’Istituzione Museo e Biblioteca), caldeggiando la trasferta della “Madonna” in quel di Forlì (più o meno 100 Km da Sansepolcro) ebbe a sostenere (da qualche parte conservo il ritaglio di giornale) che ci sarebbe stato un grande ritorno di pubblicità per Sansepolcro in quanto il dipinto sarebbe divenuto il simbolo della mostra.

Peccato che la mostra, al tempo della dichiarazione di Piccini, avesse già un suo naturale e potente (molto potente mediaticamente) simbolo: il ritratto di Pandolfo Sigismondo Malatesta signore di Rimini e principe tra i principi del rinascimento. Il profilo del principe era già stampato sui manifesti, locandine, brochures, in ogni possibile pubblicità della mostra a mezzo stampa e perfino sui biglietti di ingresso.

Naturalmente dal Louvre si sono ben guardati dall’inviare la tavoletta su cui Piero lo ritrasse e col cavolo che se ne sono privati. Penso  e credo che abbiano qualche opera in più, almeno seimila, del nostro piccolo  museo e, in teoria, si potrebbero privare di qualche pezzo vita natural durante e non solamente per pochi mesi. Hanno un solo Piero è vero, ma non mancano di Leonardo, Raffaello, Dürer, Rembrandt e chi più ne ha ne metta.

A Forlì, naturalmente, non è arrivato neanche il ritratto (affresco staccato e teoricamente trasportabile) di Sigismodo che si trova a Rimini nel Tempio Malatestiano (se qualcuno potrebbe obiettare che il Louvre è lontano si potrebbe facilmente sostenere che Rimini è molto più vicina a Forli di quanto non lo sia Sansepolcro!

7) Mi pare di ricordare che uno dei curatori della mostra di Forlì, sollecitato da un giornalista, sul perché in mostra ci fossero solo due opere e mezzo di Piero (gli organizzatori sostengono ce ne fossero quattro, ma una era una ciofega che niente a a che vedere con Piero – questo non è solo quello che penso io è quello che pensano molti critici e curatori di monografie sul nostro ed è anche quel che ha dichiarato alla stampa, in occasione della mostra, il Prof. Sgarbi.

Una era quindi una ciofega e la parte centrale del nostro polittico, avulsa dal suo contesto e dalle altre tavole, forse val meno di mezzo.

Due opere e mezzo e forse anche meno stante che le altre due presenti in mostra, seppur assolutamente di mano di Piero, non erano certamente tra le più significative e atte a rappresentarlo. Uno dei curatori, sollecitato a riguardo da un giornalista, rispose che le opere di Piero erano praticamente tutte affrescate e pertanto inamovibili.

Dei due ritratti di Sigismondo (Louvre e Rimini) ho già detto.

Ora mi faccio premura di ricordarvi che a Forlì sarebbero potuti arrivare, ma non sono arrivati: da Firenze il dittico degli Uffizi con i ritratti dei Duchi di Urbino; Da Urbino la Madonna di Senigallia, la Flagellazione e la Città Ideale; da Monterchi la Madonna del Parto (a Monterchi che, sono seri -contadini con le scarpe grosse e il cervello fino- avevano già detto di no ad una vagonata di milioni (naturale contropartita con cui avrebbero potuto rimettere a nuovo il paese) del Metropolitan di New York che aveva chiesto la Madonna del Parto in prestito temporaneo (facile immaginare che i monterchiesi abbiano risposto picche anche a Forlì e non si devono certo vergognare. Vergognare, se mai, si deve colui o coloro che sono andati a chiedere); da Milano niente pala di Brera e niente San Nicola da Tolentino (Poldi Pezzoli); niente polittico di Sant’Antonio da Perugia; niente Sant’agostino da Lisbona e niente Ercole da Boston… forse ho anche tralasciato qualche cosa!

mauro-cornioli-sindaco-sansepolcro-zozzoSi chieda, Sindaco Cornioli, perché, i curatori dei più importanti musei al mondo, non fanno viaggiare le opere di Piero? Saranno per caso dei poveri fessacchiotti?

8) Cosa è venuto a Sansepolcro in cambio della trasferta di Forlì? Assolutamente niente!

Noi abbiamo inviato in mostra la Madonna della Misericordia che certamente ha nobilitato e non poco la mostra.

Quella tavola caro Sindaco Cornioli non ha alcun bisogno di essere esposta da sola che fa la sua “porca” figura anche in mezzo a decine di migliaia figuriamoci con appena trecento!

Loro (quelli di Forlì) hanno fatto in modo che, successivamente, potesse essere esposta nel nostro museo la ciofega di cui abbiamo dissertato sopra.

In conclusione: noi abbiamo contribuito a nobilitare una mostra e far affluire, in quel di Forlì, una marea di persone e abbiamo contribuito anche a valorizzare una ciofega tenendola esposta nel museo di Piero assieme alla Resurrezione che è notorio essere la pittura più bella del mondo!

Uno scambio alla pari… o anche no!

Naturalmente la valorizzazione della ciofega è un fatto ipotetico che la critica attenta e seria, contrariamente ai parvenu dell’ultima ora, ai telespettatori di reality ecc. ecc. si è già ben espressa a riguardo.

Purtroppo per loro, possono battere i piedi quanto vogliono, tra la Madonna in questione ed un lavoro di Piero, passa e passerà sempre, come minimo, la differenza che intercorre tra un beverone di Starbucks e un espresso gustato a Napoli al Caffè del Professore.

Ci sono stati è vero, nel corso dei tempi, alcuni scambi proficui tra i commercianti del nostro Borgo e quelli di Forlì! Avvenivano in un lontano medioevo in quel di Mercato Saraceno e poi, credetemi, più nulla!

Non me la smenate con la più importante mostra su Piero che della non presenza di opere del maestro in mostra ho già detto, della gran quantità di opere secondarie di cui la storia si dimenticherà presto e degli accostamenti improbabili di opere della modernità ad opere di Piero vorrei evitare di dire.

Non per mancanza di argomenti, ma di tempo che la vita è corta ed io sono vecchio!

Questo per la trascorsa amministrazione che ha preso posizione critica nei confronti della prossima ventura trasferta milanese. Milano è più importante di Forlì sicuramente e poi Sindaco Cornioli lei ha comunicato che, in cambio, arriveranno un Caravaggio e un Leonardo rappresentati da opere che non sono neanche lontane parenti della ciofega.

Non serve tuttavia fare a gara a chi “vende” meglio la Madonna.

Il risultato è scontato che tutti sanno come Lei sia stato, prima che Sindaco, imprenditore di successo. Non c’è partita con la vecchia nomenclatura del PD locale!

Però vede non esiste a questo mondo solo l’impresa, il commercio e la ragioneria che rendiconta. Esistono anche l’etica, la morale e le questioni di principio tutte cose che ci dicono chiaro e forte che la Madonna non può essere oggetto di scambi, quali che siano, perché i rischi che si corrono per farli sono troppo alti.

Alberto Burri, uno dei più grandi della modernità, molto vicino a noi, ha, per disposto testamentario, lasciato i suoi allestimenti ai vecchi magazzini del tabacco alla Città di Castello e le sue opere esposte in quel sito non possono lasciare quel luogo.

Si domandi perché Burri ha disposto l’inamovibilità delle sue opere e ponga anche fine, la prego, ai continui cambi di sala e parete che la nostra Misericordia compie, ogni due per tre, all’interno delle sale del museo che la ospita che anche durante questi, apparentemente non pericolosi “viaggi”, corre seri rischi e pericoli.

9) Avete idea di quante persone possano, magari dopo attesa di anni, compiere il viaggio della vita per andare a vedere un’opera d’arte?

Arrivano a Sansepolcro e non c’è! Non è maleducazione e mancanza di rispetto?

Non credo che da questi due modi di essere possa nascere un grande guadagno o un grande scambio.

Nella fattispecie arrivano a Sansepolcro e trovano la Resurrezione in restauro (abbiamo già detto molto a riguardo, ma stiano sereni gli operatori e i responsabili, non abbiamo certo finito!), la Madonna della Misericordia a Forli (ora, appena tornata, è già in procinto di ripartire), il Rosso Fiorentino in restauro, il polittico di Matteo di Giovanni pure… ma chi è il genio di questa mirabolante programmazione?

Programmazione che fa si che un ipotetico turista, assolutamente normale ed assolutamente in grado di intendere e di volere, giri il culo e se ne vada non senza prima averci stramaledetto e giurato a se stesso di non tornare.

Nel caso di Forlì potrebbe anche essere andata che invece che un biglietto del museo il nostro turista abbia staccato un biglietto della mostra di Forlì (altrimenti che le fanno a fare?), invece di un libro al Bookshop del nostro Museo abbia comprato un catalogo (sempre a Forli) e invece che consumare un pasto a Sansepolcro lo abbia fatto per strada o in quel di Romagna… il mio nonno avrebbe chiosato: bel caxxo di guadagno!

Mi domando dove siano le guide turistiche, gli albergatori, i gestori di negozi di prodotti di artigianato locale, i proprietari di bar e chi più ne ha ne metta che l’industria turistica ha ricadute in molti settori. Che dite?

Al Borgo non c’è rimasto niente da vedere o quasi e voi restate a guardare e va tutto bene?

vittorio-sgarbi10Meno male che ci ha pensato il prof. Sgarbi (meglio della prologo sosteneva qualche giorno fa un articolista de La Nazione) ad attribuire a Piero l’obbrobrio (San Sebastiano) di Gricignano… così, forse qualche turista arriva, ma contate solo sugli sprovveduti che, purtroppo sono sempre meno!

Naturalmente Sgarbi è uno dei pochi uomini di cultura in Italia (anche se con il San Sebastiano ha toppato clamorosamente -questo è un altro articolo-) e ben venga a Sansepolcro.

Il Professore non ha bisogno di inviti che ben conosce la strada per venire a vedere le opere di Piero ed è assolutamente ben accetto da tutti… vorrei ben vedere!

Dai nuovi amministratori e anche dai vecchi (nel caso i vecchi si fossero dimenticati -mi è parso di notare una vena polemica nel comunicato stampa del PD- ricordo che ad invitarlo al Teatro Dante a presentare il suo ultimo libro furono proprio loro… o no?)

Quando veniva da voi andava bene e ora che va dai nuovi non va più bene?…. se del caso e come al solito: da che pulpito viene la predica!

10) Le stesse persone che hanno disposto l’invio della Misericordia a Forlì hanno negato il San Ludovico a palazzo Inghirami e non venitemi a dire che la distanza giustifica la scelta o che la mostra che avrebbe potuto allestire Inghirami in via XX Settembre sarebbe stata certamente meno importante di quella di Forlì che non mi piacciono i processi alle intenzioni!

Io so soltanto che per la gente di questa valle gli Inghirami, pur in concomitanza con i loro interessi di imprenditori, hanno fatto molto e quelli di Forli quasi niente ça va sans dire!

So anche che l’attuale Presidente della Fondazione è anche funzionario della Soprintendenza preposto alla curatela del patrimonio pittorico (se non lo è più… lo era fino a poco fa). Così come so che è stata tra i curatori della mostra di Forlì. Funzionario pubblico che cura, seppur con altri, una mostra privata e l’unico, o quasi, Piero che arriva in mostra è quello di un museo su cui esercita giurisdizione. Forse due più due non fa quattro e non c’è l’interesse privato in atti d’ufficio, ma almeno il sentore del conflitto d’interesse consentitemelo!

refipaolLei è preposta alla tutela dell’opera ed io ora le chiedo: “è proprio sicura, dott.ssa Refice (foto), che disponendo che una parte del polittico (la pala centrale) viva in un microclima (per alcuni mesi a Forlì) intanto che le restanti parti che stanno a casa vivono in un microclima certamente diverso, non sia successo proprio niente? Sicura che non sia successo qualcosa che magari si potrebbe manifestare tra qualche mese? Può darsi che tutto sia a posto perfettamente, ma a Forlì, sulla nostra Madonna (scusatemi… su un opera che appartiene all’universo mondo) hanno sputacchiato (alitato con emanazione di microparticelle di saliva e quindi… sputacchiato!) trentamila persone solo nella prima settimana (dato reperìto dalla stampa)… più o meno la stessa quantità che mediamente sputacchia sul polittico a Sansepolcro nell’arco di un intero anno. A me non pare la stessa cosa e non sarei stato, ammesso e non concesso che tutto sia filato liscio, – magari fra un anno la pala centrale va in restauro “programmato”- così sicuro e tranquillo sulla buona sorte del pezzo inviato in mostra a Forlì!”

Lei Sindaco Cornioli quanti pensa potranno essere gli sputacchiatori, mi scuso… i visitatori in quel di Milano più o meno di quelli di Forlì?

Lei sa che la stimo e l’ho sostenuta.

Speravo e spero ancora che faccia non le stesse cose che facevano gli altri in modo migliore (banale e troppo facile!)… spero e mi auguro per il nostro Borgo che faccia cose nuove nel segno di una bella discontinuità!

Domani vado a vedere la casa di Piero riaperta… ne parlano bene e spero di poter fare altrettanto!

– Roberto Manescalchi.-Via della Torre 27, 52031 Anghiari (AR) Italia

Pubblicato da Redazione