Rifondazione Comunista Arezzo sulla tragedia delle due morti sul lavoro all’Archivio di Stato di Arezzo

Comunicato stampa che riceviamo e pubblichiamo:

 La sicurezza si deve esserci, nel lavoro!

I documenti di un archivio storico, per quanto importanti per la  memoria collettiva, non possono essere più importanti delle vite umane.

Come non possono essere prioritari il risparmio della spesa pubblica, oppure il profitto di  imprenditori privati, rispetto alla sicurezza nel lavoro.

Da anni ormai, anche nella nostra città, la parola forse più pronunciata è “sicurezza”; di sicuro lo è nelle redazioni della stampa locale e negli uffici della politica e della pubblica amministrazione.

-Eppure, anche nella nostra città, si muore di morte violenta, con tendenza in aumento: ma non per mano di un malvivente, oppure uccisi da uno straniero con tutte le aggravanti del caso: “immigrato clandestinamente, nero di pelle, ubriaco oppure spacciatore”.

No, si muore sempre di più nel posto di lavoro.

Cioè mentre ci si guadagna da vivere, per il nostro sostentamento e per i nostri figli, per l’oggi e per il futuro.

E poi quel futuro viene troncato.

Uno saluta la famiglia al mattino per andare al lavoro, per non fare più ritorno.

Da un luogo che dovrebbe essere sicuro, come un ufficio pubblico, un archivio.

-Anche ad Arezzo si muore per lavoro: folgorati dall’alta tensione, oppure schiacciati da un’attrezzatura, oppure sulla strada, adesso anche dentro un ufficio.

Adesso il lavoro passa nelle mani di coloro che dovranno accertare le cause, e può darsi che alla fine sarà accertato che si è trattato di un errore umano.

E’ ovvio che quasi sempre, quando succede una disgrazia, c’è di mezzo un errore.

Ma nel 2018, in un ufficio pubblico oppure in un luogo di lavoro privato, non è plausibile che per un errore umano sia così elevato il prezzo da pagare.

-Non possiamo accontentarci del processo che seguirà, delle costituzioni di parte civile, dei messaggi di cordoglio delle cariche istituzionali, dell’ennesimo inasprimento normativo, che al massimo può determinare l’individuazione della catena di responsabilità, con il solo risultato di aumentare il lavoro per gli avvocati, che dovranno difendere i vari responsabili per culpa in vigilando.

-Quello che deve cambiare è l’approccio generale al tema del lavoro: la fretta, la riduzione degli addetti, dei tempi, dei costi per la sicurezza delle strutture, il risparmio, l’obbiettivo da raggiungere a tutti i costi, passando sopra alla metodicità delle procedure.

-Non ci sono scuse plausibili, nessuno è escluso dalla responsabilità, dal padrone al dirigente: prima dell’efficienza e del profitto devono venire la prevenzione, a tutti i livelli, costi quel che costi.

Ci sono molte cose da rivedere nell’organizzazione della società in cui viviamo.

Sarà probabilmente necessario cercare di  ridurre il degrado nelle piazze e annaffiare i fiorellini, ma Rifondazione Comunista si permette di suggerire a coloro che hanno il potere e il dovere di regolare la vita pubblica che ai primi posti delle loro agende da oggi sia scritta una frase sottolineata in rosso:

-basta con le tragedie assurde! basta con le morti sul lavoro!

Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Arezzo-

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Pubblicato da Redazione