“Settantatre anni fa” vidi saltare in aria la Caserma dei Carabinieri Reali di Anghiari, lì c’era mio padre, un Carabiniere
Anghiari: 18 Agosto 1944: improvvisamente alle 10,30 circa un forte boato; la terra tremò ed una nuvola di polvere fittissima si alzò verso il cielo.
Dove c’era la caserma ora appariva il vuoto ed un ammasso di macerie. La via Nova era diventata una larga e profonda voragine.
Dalle calligrafie dei volenterosi capi guardia operanti, abbiamo le annotazioni di nomi e date di quelle giornate, un doloroso iter, ma pur sempre degno di essere ricordato nella sua semplicità, quale attendibile e unica rassegna degli avvenimenti.
Questo è il: “Giorno della Memoria per la cittadina anghiarese”18 agosto 1944 – È estratto dalle macerie, in gravi condizioni, il carabiniere Giovanni Dente, concittadino, mio padre;
-estratte le salme di Pasquale Meoni e Mafalda Leucalitti.
19 agosto 1944 – Trasportate con carro funebre dalla stanza dell’obitorio le salme di Probo, Roberto e Arnaldo Palombini, del maresciallo dei carabinieri Adamo Capulzini e del carabiniere Girolamo Fiorini.
20 agosto 1944 – Trasportata la salma di Elena Bartolomei dalla Propositura al cimitero; trasportate le salme di Ida Sanleonini e Teresa Socali;
-trasportata la salma di Dante Meoni e Maria Giuseppa Locci.
21 agosto 1944 – Trasportata la salma di Maria Pieracci Redenti dal luogo del sinistro al cimitero.
22 agosto 1944 – Trasportata la salma del vicebrigadiere CC. Saverio Faraone dal luogo del sinistro al cimitero.
23 agosto 1944 – Trasportata la salma di Inci Marietta dal luogo del sinistro al cimitero».
Totale: 15 morti (12 civili e 3 militari + 1 ferito grave).
Una Caserma dei Carabinieri Reali sparita.
I tedeschi che il 29 luglio si erano ritirati da Anghiari avevano lasciano un ordigno bellico ad alto potenziale distruttivo (molti erano i presumibili chili di tritolo) che esplode dopo ben 20 giorni (!!!).
Nell’unico documento ritrovato, un documento chiarissimo in cui si afferma: “il maresciallo Capulzini venuto a conoscenza dell’esistenza di tale ordigno aveva adempiuto a tutti gli incombenti inerenti alla denunzia e alla richiesta dell’intervento tecnico per l’inattivazione dello stesso ordigno”.
Una Stazione dei Carabinieri Reali di cui sembrano essere perse (volutamente ? ) le tracce della sua esistenza sia a livello di Istituzioni superiori civili e militari quasi trattarsi di una “caserma fantasma“.
Nonostante tutte le corrispondenze e relative risposte intercorse con la Presidenzadella Repubblica, risposte tutte eguali in cui vengono elencate circolari ministeriali di quei tempi che inducono all’impossibilità di poter dare decorazioni alla memoria, ho scoperto alcune cose che inducono a chiedermi: “E se quell’ordigno esplosivo non fosse stato innescato da mano tedesca ? “
Già, l’ordigno bellico sicuramente nemico, ma la mano che ha fatto esplodere e morire 15 cittadini anghiaresi, quasi sicuramente di uno pseudo eroe nostrano.
-Esisteva in quel periodo nel Palazzo Martini, distante circa centro metri dalla Caserma, una specie di polizia costituita da partigiani che dovevano collaborare con i carabinieri per mantenere l’ordine pubblico secondo le direttive dell’Allied Military Governement (A.M.G.) e venne chiamata Field Security Section-FSS.
“Questa specie di riconoscimento ufficiale (così si legge su “I Sentieri della Guerra” scritto da Giuseppe Bartolomei ) dava ad alcuni una certa autorità che non sempre fu aliena dalle passioni del momento”.
A questo punto l’articolo-ricordo-memoria è giunto alla sua conclusione mentre sento suonre i rintocchi della campane che indicano l’ora dell’esplosione: sono le 10,30 e doverosamente lo chiudo ripetendo ancora la frase scritta dal Comando Stazione Carabinieri di Anghiari leggibile nel libretto racconto mentre “sincere lacrime mi sgorgano dagli occhi”:
“ONORE a quei militari che con tanto coraggio si trovavano fermi sul posto di lavoro…”;
“ONORE ai civili morti”;
“ONORE alla città di Anghiari che con le sue quindici vittime ha pagato il suo alto tributo di sangue a quell’orribile guerra”.
“Davanti a simili esempi, il nostro operato pare essere veramente poca cosa, ma la memoria aiuterà a migliorarci.”
-gino dente-
Soddisfatto per aver potuto partecipare a questa importante commemorazione ad Anghiari !!!
Tristissima ricorrenza di un fatto storico che ferisce ancora la storia di Anghiari.
Un abbraccio sincero al Direttore la cui vita è stata violentemente segnata da questo atto di barbarie.
Ci sono storie che ti porti dentro perché nessuno ha potuto spiegare il perché.
Ci sono vigliacchi che segnano la storia non per il loro coraggio ma perché obbediscono a qualcuno che non si vuole sporcare le mani.
Dopo tanti anni ancora non si capisce il perché di tanta assurda violenza che ha coinvolto l’Arma e altri civili innocenti che nulla avevano in comune con i responsabili degli accadimenti di quel tempo.
Serve la verità che è madre della pace.
Qualcuno sa o potrebbe sapere e non parla perché?
Direttore la prego di accettare la mia solidarietà e la mia vicinanza per il dolore che le è stato inflitto togliendole quella figura paterna a cui Lei è tutt’ora legato nel privato legittimo orgoglio di chi ha servito la patria.
Ndr. – Grazie per quanto hai scritto e fatto capire con il tuo commento.
Io che ho visto esplodere la caserma con mio padre dentro (era Carabiniere), ho spiegato nel “mio libretto”: “18 agosto 1944/Il sacrificio di sangue dei Carabinieri e Civili ad Anghiari” ed ho narrato ciò che è accaduto e fatto capire “la mano” che ha provocato l’esplosione, confortato dall’unico documento relativo al fatto e da lettere intercorse con il Ministero della Difesa e la Presidenza della repubblica italiana.
La Caserma per certe istituzioni è come mai fosse esistita, una “caserma fantasma” dove però sono morte 15 persone per opera di mano assassina italiana che ha fatto esplodere un ordigno bellico lasciato dai tedeschi che si erano ritirati il 29 luglio.
Più di una volta ho chiesto di fare un “dibattito” su quel triste evento.
Anche questo è stato come averlo detto al vento.
Qualche alto ufficiale mi ha addirittura detto: “Di ciò non si può parlare” (lo giuro, durante una riunione di invalidi per servizio militare, all’Hotel Minerva di Arezzo).
Solo il sindaco Bianchi e per ovvii motivi il Comando stazione Carabinieri di Anghiari si sono dati da fare.
Pensate: nemmeno la Sezione dei carabinieri in congedo di Anghiari è stata intitolata ad altri ucciso dalla mafia e che nulla aveva a che fare con il secondo conflitto mondiale.
Una serie di “omertà vergognose” per proteggere, molto probabilmente dei falsi eroi che agirono per vendetta.