Vicenda Supermaglia, un “no” che ha dell’inspiegabile per i sindacati

Il giudice si è regolato in base al comportamento dei curatori. Venerdì assemblea in Comune a Sansepolcro

(Nella foto: il presidio dei dipendenti di Supermaglia assieme ai rappresentanti sindacali)

Arezzo, 4 marzo 2019 – Non esiste una spiegazione logica a quanto è successo venerdì scorso.

Così hanno ripetuto, a mo’ di amaro ritornello, gli 82 dipendenti della Supermaglia di Sansepolcro nel presidio di lunedì 4 marzo assieme ai sindacati e davanti all’ingresso della fabbrica.

“Negli ultimi due mesi – ha detto Andrea Ghiandelli, segretario provinciale aretino di Filctem Cgil – l’azienda aveva ripreso a lavorare, con ordinativi fino alla fine di novembre: circa 60mila capi pronti per la consegna, nuova affidabilità dalle banche e commesse da “Louis Vuitton” “Dolce & Gabbana” come fasonisti, per cui la mancata concessione della proroga del contratto di affitto è stata peggio di un fulmine a ciel sereno. Nemmeno la mole di lavoro ha costituito una garanzia per i curatori fallimentari, che non si sono assunti la responsabilità (la cooperativa “Maglificio 38” non ha una capitalizzazione, ma è normale) e questo ha frenato il giudice: se la proprietà affittuaria di Cose di Lana non ritiene tutelati i propri interessi, il giudice applica la legge, per cui Supermaglia è stata dichiarata chiusa e aspettiamo le decisioni sul conto delle maestranze”.

-Quali iniziative avete intenzione di mettere in atto?

“Venerdì prossimo, terremo un’assemblea nella sala consiliare del Comune di Sansepolcro, con il sindaco d’accordo e disponibile a fornire il suo appoggio politico, per quello che gli è possibile. Vedremo se tutti insieme riusciremo a far ripartire questa realtà e a restituire occupazione ai dipendenti”.

-Per loro cosa si prospetta?

-“Rimangono intanto sospesi per due mesi, in base alla legge fallimentare, poi il curatore dovrà pronunciarsi: o il licenziamento, o l’apertura di trattative con soggetti imprenditoriali del posto per riacquisire il tutto con garanzie diverse e ripartire”.

-Fonte: La Nazione-

Pubblicato da Redazione