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Gianfranco Giorni tra gli scultori italiani figurativi più efficaci del nostro tempo
Graziana, una attenta cittadina-lettrice, qualche giorno fa ebbe a scrivere: “ad Anghiari cosa aspettano a collocare un opera del maestro Giorni in una delle nostre piazze ?”
La nostra spontanea risposta fu: “Evidentemente: “i gestori” di Anghiari non sono del tutto informati sul “valore artistico”, riconosciuto dai critici, delle opere uscite dalle mani dello scultore anghiarese. A proposito del collocamento di un’opera del maestro Giorni, in Anghiari, proporremo sul “Fendente” un evento documentato che farà molto, ma molto parlare per il suo stato attuale”.
Ora, dopo gli applauditi consensi del 1 agosto in Fighille (Citerna) al momento dell’inaugurazione e collocazione della scultura “La Temperanza”(foto a sx.), un’ opera che affascina il visitatore per tutto il suo splendore, ci preme riportare un giudizio sull’artista anghiarese del professor Giorgio Segato (+ 2011 a Padova) uno dei più autorevoli critici d’arte:
“È evidente che Giorni non intende rappresentare la realtà, competere con la natura, sviluppare ritratti, ma, piuttosto, ripresentare la realtà, far coincidere lo spazio e la materia narrativi con spazio e materia emotivi, il dato concreto con la risonanza psichica, il vedere con il sentire,la tattilità con la memoria dei sensi,delle impressioni. Cosi il gesto scultoreo viene a corrispondere al sentimento intimo, il “senso” all’atmosfera interiore. L’economia delle linee e dei volumi ora accresce il valore espressionistico, evidenziando le linee costruttive delle figure in modulazioni di piani di scarso aggetto, ma sensibilissimi alla cangiante evidenza della luce, altre volte suggerisce il rinnovarsi di una sensibilità decorativa, nel senso più positivo del termine (quello che ebbe tra la fine del secolo scorso fino agli anni trenta), che esprime un bisogno di incremento delle sollecitazioni armoniche in quantità, qualità e continuità da parte dell’arte come metafora del bioritmo e, dunque, per un sostanziale miglioramento della qualità della vita. […] L’apparente immediatezza e la voluta semplicità della sintassi sono esiti di una lunga esperienza artigianale ed artistica che qualificano Gianfranco Giorni tra gli scultori italiani figurativi più efficaci del nostro tempo.-f.to Giorgio Segato”
Purtroppo però, esiste anche ”l’ignoranza artistica” (chiamiamola così per non usare altre definizioni) che qualcuno ha nei confronti altrui, eccola in due esempi:
-Piazzale dell’Oratorio, negli anni 60/70, Giorni, su richiesta del compianto Don Nilo Conti esegue e vi pone una sua scultura, questa:
-Ecco come è ridotta attualmente, senza che qualche “dottore in architettura”, o qualche suo fedele scudiero si siano degnati di un minimo di rispetto tentando di riordinare quanto è stato, a suo tempo, distrutto.
-Anni ’80, sempre Giorni, per ricordare la “strage del 18 agosto 1944” espone in Comune un ‘plastico’, progetto del relativo monumento che avrebbe dovuto avere sede ai giardinetti, nelle vicinanze dell’esplosione.
Ma il ‘plastico’ sparisce e viene ritrovato in frantumi in un sottoscala e si salva solo la “donna” che alza le braccia al cielo dinanzi a tale tragedia, piccola statua bronzea .
Per noi, Gianfranco Giorni, si rivela come un interprete profondo della figura umana e un acuto osservatore delle molteplici e singolari situazioni che scandiscono la vita.
Certe sue sculture fanno pensare che il processo creatore che le ha generate passi attraverso il riconoscimento di momenti d’intensa vitalità ed esuberanza, occasioni che Giorni riporta all’ambito della scultura con il linguaggio delle forme. Ma tali e tale armonia è duttile e adattabile: sa cioè seguire l’animo umano nelle sue diverse disposizioni e rappresentarle. Cosi è per la “Crocifissione”, nella quale il gruppo scultoreo viene tratteggiato con segni più intensi, con un più marcato senso geometrico. Il trattamento delle figure diventa più schematizzato, simbolico e nel contempo altamente emotivo, offrendo alla composizione una forte dinamica scenografica e una grande tensione drammatica.
Le opere di Gianfranco Giorni comunicano serenamente senza interpellare direttamente lo spettatore, ma lo invitano a entrare garbatamente nel loro universo e nel loro equilibrio cosa che, purtroppo: “non sanno recepire certi acculturati anghiaresi”.
-Redazione-
Carissimo direttore,ti ringrazio per aver dedicato al mio lavoro ,una lunga pagina.
Ti ringrazio anche per aver pubblicato le foto del primo lavoro di dimensioni monumentali eseguito in collaborazione con Giuseppe Comanducci nel lontano 1968 quando Don Nilo Conti raccolse intorno a se diversi giovani e dette vita alle attività dell’oratorio.
Il progetto dell’edificio(non ancora terminato )e la sistemazione dell’angolo del giardino dove fu realizzata la scultura, era dell’architetto Alessandro Giorgio Giannini.
Furono,quelli,(1968-70) anni in cui partecipai attivamente alla vita culturale del paese e alle attività dell’oratorio, che vedeva proprio nella figura di Don Nilo Conti UN PUNTO DI RIFERIMENTO.
Dopo appena due anni Don Nilo mori e nel frattempo io mi ero trasferito in quel di Urbino.Quando tornai nel1974 niente era più come prima.
In seguito ebbi modo di vedere la trascuratezza e l’abbandono in cui cadde il lavoro che avevamo realizzato con tanto entusiasmo e passione e ciò fu per me motivo di grande dolore.
Ancora oggi è possibile vedere il rudere rimasto.
Ti ringrazio, anche per la passione con cui ricordi gli squallidi episodi che hanno caratterizzato la sorte del progetto di un”memoria” da eseguire per ricordare l’eccidio del 18 agosto 1944,per la cui realizzazione ti eri tanto adoperato.
Altri episodi sono poi succeduti e nel frattempo ho potuto godere di appaganti gratificazioni legate al mio lavoro come quella di ieri, dove,alla cerimonia inaugurale erano presenti molti concittadini Anghiaresi.
Per tutto il resto,vale il detto: “NON SIAMO PER TUTTI E TUTTI NON SONO PER NOI”
Gianfranco Giorni
Complimenti professore, proprio ieri mattina mentre ero con mia figlia a passeggio con la moto, mi sono fermato a Fighille ad ammirare il suo capolavoro.
Ne siamo rimasti affascinati tanto che mia figlia nel viaggio di ritorno è voluta ripassare dalla piazzetta per rivedere la sua opera.
… ma un’opera del maestro Giorni ad Anghiari c’è già e creò grandi polemiche per il costo (che fu praticamente un rimborso..) ritenuto eccessivo. Auspico una grande mostra dedicata a Franco diffusa per tutto il paese, sarebbe ora che il suo valore sia riconosciuto anche a casa sua e non solo in giro per il mondo.
Sig. Gianfranco le faccio i miei sinceri complimenti.
Ero presso un marmista di Sansepolcro che ha una attrezzatura in grado di riprodurre opere marmoree leggendo il tridimensionale del bozzetto con raggi laser in occasione di una visita di una coppia inglese.
Non posso tradurre i complimenti perchè talmente articolati e profondi tanto da non poterli spiegare.
Purtroppo da noi è sempre così il merito non lo si riconosce e si valuta tutto con una deprimente valutazione del prezzo.
Se nel nostro passato non ci fossero state persone lungimiranti non avremmo oggi i capolavori di Michelangelo, Piero della Francesca, Pietro Vannucci detto il Perugino ecc.ecc.
Spendono 120.000 euro per spalare la neve, 30.000 per i telefonini non sanno tenere pulito un bagno capitozzano gli alberi e vogliono anche decidere quello che sovrasta le loro menti perchè troppo occupati a guardarsi la punta del grillo. Mi piacerebbe che su una piazza importante assieme ai capolavori di Alessandrini ci fosse anche una o due delle sue opere.
Di nuovo complimenti.
Opinione personale.
Vivissimi complimenti a Gianfranco per i riconoscimenti ricevuti, in particolare ho apprezzato l’opera posta a Fighille, purtroppo non ho potuto essere presente all’inaugurazione, ci sono andato ieri.
Ho un bellissimo ricordo della mostra di alcuni anni fa dello stesso Giorni insieme ad un altro artista, Mezzacapo se non erro, nell’occasione era presente il grande poeta Mario Luzi, veramente un ricordo indelebile.
Comunque concordo con chi sostiene che ad Anghiari non vengono apprezzate, sostenute e promosse alcune individualità che meriterebbero ben altra considerazione, e che invece vengono stimate fuori dal paese.