Anghiari, forse la politica è : “un mestiere”

Premessa: la politica è un mestiere.

aAd Anghiari la politica è molto strana anche se ha le sue tecniche, la sua deontologia, i suoi strumenti. Ma fuori non si direbbe, ma è così.

Molti imparano questo mestiere come unico mestiere della vita, altri ci arrivano da altri mestieri pensando che il buon senso maturato nella vita, la professionalità accumulata in altri campi, gli eventuali successi ottenuti nel proprio settore di provenienza siano sufficienti a fare di un buon architetto, di un buon avvocato o di un buon medico, un buon politico.

Cosa fa un politico?

-Un politico cerca il consenso e costruisce il consenso intorno alle cose che fa.

-Un politico deve rendere il conto dei risultati delle sue azioni, deve fare in modo di rendere la vita dei suoi amministrati più semplice, più prospera e migliore.

-Un politico sa che esistono azioni che producono effetti immediati e azioni che producono effetti nel tempo e deve sapientemente mescolare le prime e le seconde.

-Un politico in posizione di leadership sa di essere come la locomotiva di un treno e verifica in continuazione che l’ultimo vagone sia ancora attaccato al convoglio.

O almeno che il convoglio non sia rimasto in stazione dopo la partenza.

Poco o nulla trapela sulla formazione delle liste che si presenteranno tra meno di fue mesi al “giudizio dei cittadini”.

Quello che fino ad ora è apparso è la lotta “ in nome e per conto del Pd” (un partito con poco più di una ventina di iscritti in Anghiari), non nel nome e per conto del “benessere locale”, ma di un partito avvolto da una fitta foschia che, per legittima e reale paura di una sonora batosta, sembra (ed usiamo sembra) cerchi intorno a sè liste civiche al fine di togliere voti a degli agguerriti avversari e lo fa (sempre usando il “sembra”) trovando nel suo zoppicante cammino una lista composta da ‘agricoltori del tabacco’.

E se invece le cose dovessero andar male?

Anche in questo caso, pazienza: si è fatto tutto quello che era giusto e necessario e se la cura non ha funzionato e il paziente è morto, al medico non se ne può certamente imputare la responsabilità.

Un sindaco poi avrebbe anche un consiglio comunale. Perché è vero che i primi cittadini vengono eletti direttamente dal popolo, ma è vero anche che ci sono dei movimenti  a sostegno che eleggono anche dei consiglieri comunali, sempre eletti dal popolo.

Ora, se pensare di governare una città indipendentemente da essa è decisamente improbabile, è del tutto inverosimile pensare di governarla anche contro le forze politiche che ti hanno espresso e appoggiato.

Ora è vero che il PD  non è stato storicamente un esempio di trasparenza e di salubrità.

A questo punto, se stesse così la realtà,  la cosa migliore forse sarebbe andar giù col bisturi, amputarlo di netto e trovare poi il modo di metterlo in un sacchetto giallo e trattarlo come un rifiuto speciale.

Sarebbe interessante se il Pd anghiarse  desse una risposta.

-Redazione-