Che vadano in pensione i “signori della guerra politica”

I governi precari e deboli sono, da sempre,  la condizione ideale perché ne traggano vantaggio i potentati economici.

Il governo Draghi ha cominciato il suo percorso e la prima cosa che colpisce, senza dubbio,  è: “ il silenzio e la compostezza del nuovo presidente del Consiglio paragonato alla loquacità non solo dei suoi  predecessori,  ma anche del  circo mediatico e partitico che ci affligge oltre ogni limite di sopportazione.

Si ironizza perché al governo si ritrovano assieme tutti quelli che si erano giurati inimicizia eterna: -“PD e Leghisti, leghisti e 5Stelle; 5Stelle” .

Il governo, dovrebbe  consentire una tregua alle forze politiche per fronteggiare uniti le emergenze sanitaria ed economica.

Il non cercare un largo consenso per sostenere queste due emergenze è stato il più grave errore del precedente governo.

Non avere realizzato una intesa con le opposizioni, lo ha costretto ad una decretazione che ha esautorato il Parlamento e irritato le opposizioni e, come se non bastasse, non gli ha consentito quel rapporto con Regioni che è indispensabile in materia sanitaria.

Ma questo errore, è giusto riconoscerlo, nacque come opportunità individuata da 5Stelle, PD, LeU e Italia Viva per evitare il voto in modo da non consentire la vittoria di Salvini e del centrodestra.

Le cose, come  sappiamo, tra pasticci di zone a colori, acquisti strampalati, difficoltà nella campagna di vaccinazione sono andate diversamente.

E, insuccesso dopo insuccesso, siamo al fin giunti al governo Draghi.

Per il funzionamento efficace del nostro sistema politico e delle stesse istituzioni, ora sarà bene che vadano in pensione tutti coloro che hanno fomentato questa guerra civile (politica).

I governi precari e deboli non sono neutri,  sono la:

– condizione ideale perché ne traggano vantaggio i potentati economici ed a  dimostrazione di ciò basta riflettere sul grande impegno profuso da molti media per alimentare le tensioni.

Draghi non è l’uomo che può risolvere tutto;  alle forze politiche (se ancora esistono), e solo a loro, il compito di rimodellarsi, con regole di trasparenza interna, per fornire una classe dirigente nuova e di qualità.

Auguriamoci che la politica sia radicalmente diversa; perchè  i  partiti, dopo essere stati assieme al governo torneranno un giorno a dividersi, ma:  con il dovere e la convenienza di rispettarsi e vicendevolmente legittimarsi,  non consentendo che poteri poco chiari  prendano il loro posto, come successo troppe volte.

-Redazione-