Lettere in Redazione di cittadini della Valtiberina Toscana

06444f9ab62729af60a74c3698e93dda3ea8cbaePERCHE’  LE  MADONNE come quelle di Piero della Francesca NON  SI  POSSONO  PRESTARE  E  FAR  VIAGGIARE

Ringrazio l’amico Bernardo Monti, che rispodendo sulla pagina “”Non sei di Sansepolcro se…” ci dà una buona occasione per chiarire PERCHE’ LA Madonna della Misericordia è INAMOVIBILE.
SCUSATE se prendo tanto posto nella pagina del gruppo, ma credo possa interessare a molti perché certe opere d’arte sono inamovibili, in particolare la Madonna della Misericordia di Piero della Francesca. Nella pagina de Il Salto della Sposa, se uno ha pazienza, ne ho già parlato, a pezzi e bocconi, ma proverò a fare una sintesi, che può servire per capirci meglio (purtroppo occorrono molte parole, l’argomento è complesso e non so fare meglio):
1)- più volte mi sono trovato nella sala di un Museo in cui, al posto di un’opera originale in restauro, avevano messo una riproduzione molto accurata (la Kodak ha eseguito gigantografie grandi intere pareti costosissime, ma pregevoli) e gruppi di visitatori si sono accorti di guardare una riproduzione soltanto leggendo l’apposita targhetta: a prima vista può capitare anche all’esperto, magari un po’ distratto che poi però recupera;
2)- soltanto gli specialisti hanno bisogno dell’originale (…non me lo fate dire… qualcuno scrive su fotografia e basta…), dato che il giudizio sull’opera esige il rilievo di ogni particolare, dalla stesura del colore alla natura della materia usata eccetera;
3)- Bernardo dice che i quadri devono viaggiare e cita la mostra di Hopper, un pittore del Novecento che usa supporti e colori ben diversi da quelli antichi, quindi non ci sono, come nel caso del Polittico della Misericordia, problemi (enormi) legati alla vitalità del legno, alla coesione con la foglia d’oro che lo ricopre, alla cristallizzazione dei particolari pigmenti, al confine tra tempera ed olio, su cui si sta discutendo tuttora; figuratevi che Piero si era impegnato, per contratto (1445) ad eseguire il Polittico in tre anni e a curarne la manutenzione per dieci: e questo ci dice quanto ci si preoccupasse già allora della conservazione di tutto il delicato insieme;
4)- il Polittico, nei suoi vari e secolari spostamenti, dalla chiesa accanto all’ex ospedale (probabile 1462, anno della consegna: anziché 3 anni furono 17! c’è la biografia di Piero in quest’opera) poi a San Rocco fino al Museo, di traversie ne ha passate e ora non è il caso di dire una più o una meno…;
5)- oggi, al punto in cui è il polittico, abbiamo l’obbligo di salvaguardare quel che resta della sua originalità per ogni generazione di studiosi che verrà e che ha il diritto di ri – studiarlo, conoscerlo e comunicare eventuali scoperte e nuovi spunti conoscitivi: questo è il fondamento morale e giuridico della conservazione di tutto il Patrimonio storico e artistico); a Sèvres , nell’Ufficio dei pesi e delle misure si conservano il METRO, il CHILO ecc., come misure di riferimento e nessuno si sogna di portare in giro il metro campione che incuriosisce perché è di Platino iridio. Piero, l’artista e lo scienziato, è, per chi studia, come quel metro, con la differenza che il metro – campione, se si rompesse, può essere replicato;
6) -QUALSIASI SMONTAGGIO del Polittico provoca microlesioni, LO SPOSTAMENTO DIFFERENZE DI TEMPERATURA non sanabili con qualsiasi tipo di imballaggio climatizzato;
7)-
quale tipo di assicurazione può prevedere l’indennizzo di un bene infungibile, come la Madonna della Misericordia, i danni inevitabili di qualsiasi spostamento, il furto o addirittura la distruzione? Che si risponderebbe, in caso di disastro, agli studiosi di tutto il mondo, che i quadri devono viaggiare poiché è più comodo, non per chi li deve studiare (e senza chi li studia non ci sarebbe più neanche una didascalia, quindi nessun visitatore / turista) ma per coloro che li devono vedere? Abbattute la famose barriere architettoniche, com’è giusto, tutti possono accedere dappertutto;
8)- nel Polittico della Misericordia, forse l’avrete notato, Piero ha fatto in modo che un panneggio dei devoti, sotto il manto della Madonna, posti sulla sinistra di chi guarda, si concluda sul pannello del San Giovanni Battista e un panneggio dei devoti che stanno a destra si concluda sul pannello del Sant’Andrea. Tornate a vederlo dal vero il polittico e noterete che si vede bene come, non casualmente, Piero abbia voluto collegare, fisicamente, colui che l’annunciò e lo battezzò a quello che fu “il primo chiamato” tra gli Apostoli. Questa grande metafora, della continuità ideale e spirituale tra San Giovanni Battista e Sant’Andrea, con cui l’Autore risolve forma e contenuto dell’opera, potrebbe essere (e non lo è) un’illazione e per smontarla o convalidarla occorre, oltre all’analisi stilistica, un approfondito esame della materia e della stesura dei pigmenti;
9)- togliere la Madonna dalla grande fascia mediana del polittico, non solo è defraudarne la forma e il contenuto, ma rappresenta un rozza e ingiustificata mutilazione, tanto che, se uno dovesse spostare l’opera, quanto meno la Madonna e i quattro santi sarebbero inscindibili, fermo restando che ormai, perfino la predella, certamente estranea alla mano di Piero, è storicizzata, quindi inamovibile;
10)- la madonna della Misericordia, che al di là del valore squisitamente estetico, oltre che simbolico, della Resurrezione è l’opera più importante che abbiamo non ha mai avuto una degna sistemazione: come diceva Eugenio Battisti, autore nel 1970 dell’opera filologica più esaustiva su Piero, il Polittico aveva bisogno di tornare in un ambiente tutto suo, nella chiesetta dov’era nato, si è detto e ripetuto nel tempo più volte, ma…quest’opera comunque pretende di essere messa in sicurezza molto superiore e, senza dubbio, in un ambiente non di passaggio dove non può essere né climatizzata adeguatamente né protetta sotto molteplici aspetti;
11)- forse un tempo, in cui le comunicazioni erano diverse, si sarebbe potuto sostenere che anche i cosiddetti capolavori avrebbero dovuto viaggiare, e nessuno li fece muovere ugualmente, ma oggi che la loro immagine può fare il giro del pianeta in un battibaleno (il famoso “in tempo reale”) sta alla capacità di chi, capito cos’è il Turismo, se ne dovrebbe occupare, tenendo stretto l’originale che costituisce il nostro vero Patrimonio, facendo sì che la gente arrivasse a Sansepolcro; tra l’altro, a meno che non si riuscisse ad avvertire tutti gli abitanti della terra, cosa si può dire ad una persona che magari giunge dalla Cina appositamente per vedere Piero e, ben sapendo che tutto il quadro (!!!!!!) deve essere al Borgo, trova il Polittico della Misericordia straziato e depredato? Gli si risponde che lo può vedere a rate, un pezzo al Museo Piero della Francesca e l’altro a Palazzo Marino? E’ già successo, quando qualche disinvolto amministratore ha mandato la Madonna a Forlì (mostra dedicata al “Mito di Piero, si sono giustificati, non lo facciamo più han detto come bambini..) e un signore, un personaggio arrivato con degli ospiti in visita, si è messo a strillare e ha minacciato perfino una denucia per truffa;

12)-ultima ( come dicono spesso gli avvocati ”last but not to least”) LA LEGGE: l’art. 66 del Codice dei Beni Culturali, studiato d’inizio per l’uscita delle opere dai confini dello Stato, rappresenta e contiene oggi lo spirito o ratio fondamentale per la tutela delle opere d’arte: difatti impone, in primo luogo la garanzia che dette opere non siano <<suscettibili di subire danni nel trasporto >> e, cosa definitiva, che esse non costituiscano << il fondo principale di un museo >>: che ne dite, sarà o meno la Madonna di Piero “Il fondo principale” del MUSEO PIERO DELLA FRANCESCA? QUESTA è LA RECENTE DENOMINAZIONE di un museo che possiede / detiene tre affreschi di Piero ( di cui due sono frammenti ) e come unica macchina in legno con fondo oro e tempera / olio ha il Polittico della Misercordia.

P.S. Detto tra noi del Borgo: “Citti, scusete ancora della bigiolica, mo’ però ‘nme la liquidete ‘nn’altra volta con du’ parole che me ‘ncazzo; se volete se discute punto per punto tutte le cose che ho detto qui, ‘nfretta enfuria. Vole’ strappere la Madonna dai su’ santi e mandalla a Milano per Natale me sembra de fere come quel’omo che aveva ‘nna citta che s’argirevono tutti a guardalla, ma el babo, che i guadrini n’aveva pochi e punti e neanche la fantasia de come impiegalla s’afido’ a un de fori, vestito bene elegante che gni disse che ‘ncittà gni avrebbe troveto ‘nlavorino adatto. Dopo ‘npo’ de tempo el babo, che nn’era steto bono a impieghere la su’ bela citta, andò su a trovalla: facia le marchette. –(tratto da il Salto della Sposa)-“

-f/to Giovanni Bartolomei-

Pubblicato da Redazione