Resoconto delle “promesse” fatte, a suo tempo, da certi aspiranti politici locali

Continua, a cura di questa Redazione, il resoconto delle “promesse” fatte da certi politici locali

Ai cittadini il compito di trarne le conclusioni, positive o negative.

Il 18 giugno 2016 (‘tre’ anni or sono), nella Sala Consiliare di Palazzo Pretorio alle ore 11:00 in seduta pubblica ed in sessione straordinaria si riunisce il Consiglio Comunale di Anghiari che era stato  decretato dalla tornata elettorale del 5 giugno.

Queste furono le dichiarazioni rilasciate al termine del Consiglio Comunale dal nuovo sindaco Alessandro Polcri:

-“E’ stata una grande emozione sotto il profilo personale e istituzionale ed è stato molto bello vedere la partecipazioni di tanti cittadini anghiaresi.

E’ per me un onore ed un onere essere il Primo Cittadino di Anghiari e far parte di questa Amministrazione.

Chiedo con umiltà al paese di rimanere accanto a me e alla nostra squadra perché abbiamo bisogno del sostegno e della partecipazione degli anghiaresi.

Per questo voglio fin da subito ringraziare i Consiglieri di maggioranza e di opposizione e tutti i cittadini presenti.

Proveremo a svolgere al meglio il nostro compito e faremo il possibile per cambiare in meglio il paese,  mantenendo le cose che funzionano e migliorando quello che a nostro avviso non va. Con umiltà e seguendo una politica di piccoli passi.

Di seguito altra  risposta del sindaco  alle  molte richieste dei cittadini sulla incompleta formazione della Giunta  anghiarese e sulla mancanza di un assessore alla cultura.

Non mi sembra che abbia  detto che non farò gli assessori. Per il momento ho preferito accollarmi tutte le nomine per capire, studiare e soprattutto per individuare la persona giusta. Non penso sia un assessore alla cultura a fare la differenzaNominerò gli assessori al momento giusto”.

A questo punto, dopo ‘tre’ anni,  ci sia consentito consigliare a chi di dovere di  fare una attenta lettura  del Capitolo III dello Statuto comunale del Comune di Anghiari che, come da decreto legislativo 18.8.2000, n° 267 – art.6 è stato adottato  dal Consiglio comunale  con deliberazione n° 1 dell’01.02.2002. (in vigore dal 22 Marzo 2002).

Non c’è ovviamente bisogno di rimarcare in quale stato versi la cultura (e la sua cura) nel nostro paese, basta ed avanza il più piccolo paragone con gli anni precedenti , magari ricercando esempi concreti che lo dimostrerebbero.

Alcune evidenze tuttavia, magari meno lampanti ma nella sostanza più emblematiche, forse palesano meglio di tante altre come l’incuria della cultura  sia una cosa che ci viene da definire strategica –( ma noi  pensiamo sempre male… )– ovvero, se preferite, paradossalmente legata a una cronica incapacità di comprendere l’importanza dell’elemento culturale nella formazione e nell’andamento quotidiano di una buona ed equilibrata società civile.

Uno sguardo a quanto è stato deciso nel merito, dopo il voto è infatti parecchio indicativo di come dalle nostre parti “ l’ambito culturale “ sia considerato dalla “politica” (o da quanto in Italia viene definito come tale) qualcosa di secondario, di trascurabile se non – a volte pare proprio – di fastidioso, qualcosa con cui tocca avere a che fare ma non si sa bene come maneggiare, come un soprammobile ereditato che tocca mettere da qualche parte in casa perché nasconderlo è brutto e dunque alla fine lo si mette sullo scaffale più in alto e più nascosto, e se si riempie di polvere amen.

Invece, l’assessorato alla cultura è (dovrebbe essere) uno di quelli principali per qualsiasi amministrazione pubblica:

primo perché siamo in Italia, paese culla di grande parte della cultura mondiale ed europea in particolare;

-secondo, perché paese avente la fortuna di possedere uno dei più ricchi patrimoni culturali (in senso generale, dunque artistici, architettonici, storici, archeologici, tematici, eccetera),

-terzo perché, appunto, la cultura è conoscenza imprescindibile per chiunque voglia definirsi buon cittadino e persona intellettualmente attiva,

Per tutto ciò, un valido assessore alla cultura, a nostro  modo di vedere, dovrebbe essere un personaggio proveniente proprio dall’ambito culturale, possibilmente con specializzazione accademica relativa (non necessaria ma utile), dotato di ampia esperienza o di comprovate capacità organizzative, in grado di comprendere la materia e di maneggiarla in modo consono e magari niente affatto legato all’ambiente politico-partitico, visto che la cultura non è certo cosa di destra o di sinistra, affine a intrallazzi di potere e/o a maneggiamenti di sorta ed altro del genere.

In  Anghiari, ripetiamo:  nemmeno esiste un “assessorato alla cultura” (si veda il sito istituzionale) e nella cui giunta le deleghe relative sono state trattenute direttamente dal sindaco:

nulla di male, sia chiaro, tuttavia non si può non denotare che in tal modo, oltre a dover fare il sindaco, lo stesso deve far fronte alle deleghe a trasporti, agricoltura e sanità,  quindi: un ammonticchiare di ambiti totalmente avulsi l’uno dall’altro, una volta ancora, lascia parecchio perplessi.
Ribadiamo,  per concludere:

-non si vogliono affatto metterne in dubbio le capacità personali.

I dubbi però montano e permangono assai forti di fronte a una situazione del genere, in molti casi così paradossale per un paese come Anghiari  e,  per i suoi meravigliosi trascorsi del suo ambito culturale che  avrebbero decisamente bisogno di una immediata e netta inversione di tendenza,  al fine di non decadere sempre più in una condizione di letale abbandono.

Ma, al momento, questo nostro incredibile e preziosissimo tesoro  è  ancora un fastidioso soprammobile, al quale magari, visto che nemmeno lo ripuliamo dalla polvere, ci mettiamo pure davanti una pianta, così che ancora meno lo si possa notare!

-Redazione-