La politica e: “gli interessi personali”

centro_destra_sinistra-670x274Ogni tanto  è sempre  utile rileggere e ricordare certe argomentazioni che diligentemente abbiamo consevato in archivio.

Si tratta di una lettera articolo di un cittadino inviata a questa Redazione il 5 febbraio 2002 (quattordici anni fa), a dimostrazione che “nulla” è cambiato da allora.

Eccola:

“”Spero che pubblicherete presto quest’articolo. Mi assumo tutte le responsabilità di quello che c’è scritto. Ringrazio in anticipo.

La politica non è altro che il perseguire gli interessi egoisticamente personali facendo credere a tutti che siano gli interessi del popolo. È ciò che afferma Benedetto Croce in un suo scritto sullo Stato; certo non sono le sue parole precise, ma il senso è questo.

E se Croce, da grande politico e letterato qual era ha detto ciò, vuol dire che c’erano i presupposti. Con questo non osiamo dire ciò che tutti pensano ma che nessuno dice, ci limitiamo solo a riportare le parole di un uomo che ha conosciuto profondamente la politica italiana degli inizi del ‘900.

Da allora ad oggi poco è cambiato, sono mutati i governi, gli uomini politici, le alleanze, ma la mentalità è rimasta la stessa: ottenere il bene personale a scapito della collettività.

Un esempio: a poco serve costruire un palazzetto che permetta allo sport di attecchire   e poi, per chissà quali oscure ragioni, non può essere utilizzato da una (promettente) squadra di giovani ragazzi che, per amore dello sport, hanno giocato per anni all’aperto.
Come a poco serve inviare a migliaia di famiglie italiane un “utile” euro-convertitore (a pochi giorni dalla scomparsa della lira) e poi fare il bello e il cattivo tempo in Italia modificando a proprio piacimento l’ART 18 dello Statuto dei lavoratori e progettando una scuola corporativa;  ma per fortuna tale  riforma non è entrata in vigore a suo tempo!

Il nostro cavaliere, in qualità di “premier” del governo, si accinge a proporre una serie di leggi che come un circolo ritornano sempre a quel conflitto di interessi di cui il nostro presidente ne è portatore sano, ma che con il beneplacito della maggioranza degli elettori può fare anche a meno di risolverlo.

Ma questo sa di bugia, perché passati (da tempo) i primi cento giorni forse è caduto in prescrizione, così come cadranno in prescrizione, tramite leggi proposte dal nostro governo, alcuni reati tipo “falso in bilancio”, “corruzione” ecc. che vedono qualcuno  coinvolto  in ben quattro processi.

Si badi bene che prescrizione non significa assoluzione, ma l’impossibilità di essere giudicati.

La legge sul diritto societario che gonfierebbe ancora di più il guadagno delle proprie aziende; le rogatorie internazionali che permettono il rientro illegale del denaro sporco della mafia, dei terroristi e di chi possiede capitali all’estero al pagamento irrisorio al fisco del 2,5% delle somme dichiarate.

Forse ho detto troppo. Ma ho detto la verità.

Certo, queste cose le potete sentire dai mass-media, che continuamente ci informano senza remore.
E nella nostra Valtiberina ?

Cosa centra vi chiederete.

Una amministrazione che non propone e approva una legge sui parcheggi a pagamento, scusate, ma, cosa siamo diventati?!?

E che dire dello scempio delle nostre strade?

Le cospicue entrate dei parcheggi a pagamento e le contravvenzioni  relative al codic della strada non potrebbero essere utilizzate  per riassettare le nostre disagiate strade?
Non è così che si guida un paese, come non è così che si guida l’Italia.

Se vogliamo sempre stare in fondo a guardare come modelli culturali e politici la Francia, l’Inghilterra, gli Stati Uniti e tanti altri stati, dobbiamo continuare così.

A noi la scelta.

La Valtiberina  è nostra, l’Italia è nostra.

Che fare? Scrisse Lenin in un suo famoso opuscolo.

A noi la risposta.
Grazie per l’attenzione””
  -lettera regolamente  firmata in data 05 febbraio 2002-

Pubblicato da Redazione