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censura | il Fendente

L’informazione è un dovere sia da parte del giornalista che del politico

Assolutamente non ho mai vietato commenti sulla pagina del mio giornale telematico “il Fendente” e  certamente non accetto che altri possono limitare o censire quello che dobbiamo scrivere.

Due interventi  (a seguito di una nostra domanda formulata su facebook al presidente dell’Unione dei Comuni della Valtiberina toscana) del signor Francesco Lucacci, nuovo  portavoce del partito Fdi-An Arezzo,  ci lasciano perplessi, quasi la voglia di una censura; eccoli:

1)-Francesco Lucacci Gino Dente come mai e’ tanto adirato con il Sindaco di Anghiari… ?

2)-Francesco Lucacci Sig. Gino Dente, non mi convince il suo astio non mi pare giustificato, come se nascondesse qualcosa… chissa’ che il tempo ce ne mostri il vero motivo… chissa’ a volte certa gente prende male una critica o un rifiuto ad una richiesta in verita’ poco consona… il tempo spesso e’ foriero di verita’ e giustizia…

Signor Lucacci, portavoce Fdi-An Arezzo, ecco la nostra risposta: (altro…)

Ecco come Berlusconi potrebbe conquistare un controllo spaventoso sui media

cenCacciato dal Parlamento, questo è il suo disperato tentativo di rimanere attaccato al potere, occorre bloccare questa enorme minaccia  e possiamo farcela di nuovo.
Roma – Sembra che, lontana dai titoli dei giornali, l’autorità che regola i media stia per adottare nuove regole che darebbero a Berlusconi e Mediaset poteri (altro…)

Giro di vite del M5S sulle interviste. Rilasciatele solo a giornalisti ‘fidati’

_ZIF4827.JPGI deputati 5 stelle potranno rilasciare interviste ma non a giornalisti già catalogati come “inaffidabili” o “in mala fede”. In ogni caso, tutto questo avverrà sotto lo sguardo attento del gruppo comunicazione 5 stelle che vigilerà sul modus operandi dei deputati grillini intensificando la sua presenza in transatlantico e nell’atrio di Montecitorio.

Sono queste le nuove ‘direttive’ dello staff comunicazione scritte nero su bianco in una mail che i deputati M5S (ma non i senatori) hanno ricevuto, secondo quanto si apprende, ieri sera. Un vero e proprio giro di vite sul fronte della comunicazione. La mail inaugura la cosiddetta ‘Fase 2’ della strategia comunicativa dopo “i diversi problemi sorti”. Tutto questo, precisa la mail, “non per un’esigenza di controllo ma a garanzia dei deputati”. Tra i deputati 5 stelle, pero’, secondo quanto si apprende, la reazione non e’ positiva e alcuni manifestano “perplessita’“. La mail dello staff, inviata ai deputati 5 stelle, sul fronte delle interviste dice: “dopo diversi problemi sorti in proposito – cosi’ si legge – intensificheremo la presenza dei componenti del gruppo comunicazione in transatlantico e nell’atrio del palazzo. Non per un’esigenza di controllo ma a garanzia dei deputati. Invitiamo tutti – prosegue la mail – a rilasciare le interviste nella stanza grande del gruppo comunicazione dopo essersi messi in contatto con uno dei componenti. Oltre l’aspetto psicologico del ‘giocare in casa’ – viene evidenziato – sarà  possibile registrare le interviste per ovviare così  ai tanti problemi sorti in merito. Invitiamo tutti a declinare le richieste di giornalisti che si sono già dimostrati inaffidabili se non, addirittura, in mala fede”. -(da Affaritaliani.it)-

Niente proiezione del film “Girlfriend in a coma” (La fidanzata in coma)

giac-locandina-p3La proiezione era prevista per il 13 febbraio, invece “Girlfriend in a Coma”, il documentario di Bill Emmott (The Economist) sul declino dell’Italia, non sarà mostrato al pubblico.

Il Museo nazionale delle arti del XXI secolo (il MAXXI), citando “ferree disposizioni” del Ministero delle Attività Culturali da cui dipende, ha comunicato agli organizzatori dell’anteprima italiana del controverso film di Bill Emmott e Annalisa Piras, “Girlfriend in a Coma” di essere “costretto” a spostare la proiezione a una data dopo le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio.

Nella comunicazione, ufficiale, da parte del MAXXI, si legge testualmente: “Ci troviamo costretti a dover rinviare la disponibilità concessavi dell’Auditorium Maxxi per la sera del 13 Febbraio”. E ancora: “Disposizioni della Presidente della Fondazione, che si fanno interpreti delle indicazioni assai rigorose dateci dal MIBAC – socio unico della Fondazione ed Autorità Vigilante sul nostro operato – non ci consentono di ospitare nello spazio del museo qualunque iniziativa che possa essere letta secondo connotazioni politiche, nell’imminenza della competizione elettorale”.

Mr. Bill Emmott, per 13 anni il Direttore dell’Economist e tra i più noti giornalisti del mondo, si dice: “Attonito davanti a questa terribile e calzante dimostrazione della tesi centrale di ‘Girlfriend’, cioè, che il declino italiano stia rapidamente giungendo al punto di non ritorno”.

Allibita la Stampa Estera:.

Wolfgang Achtner, già CNN da Roma: “Gravissimo e ridicolo atto di censura”.

La regista Annalisa Piras invita gli spettatori a “chiedere al Minculpop l’immediato rispristino dello screening”.

John Hooper (The Guardian): “Non comment please, we’re Italian”.

Secondo il Times di Londra, Girlfriend: “Illustra brillantemente la vera tragedia italiana… contrastando l’Italia dei politici corrotti legati alla Mafia e dei monopoli mediatici che esaltano la mediocrità con il Paese della creatività, generoso di spirito e patriottico, ma ridotto in coma da una sorta di anestesia morale”.

E una lettera è stata inviata a Lorenzo Ornaghi e Giovanna Melandri: “I sottoscritti (autori, ndr) condannano fermamente la decisione del Ministero dei Beni Culturali e della direzione del MAXXI di vietare la proiezione, il 13 febbraio a Roma, del film documentario indipendente britannico ‘Girlfriend in a Coma‘, e domandano l’immediata programmazione del film in nome della liberta’ di espressione che ogni stato democratico deve difendere e applicare”.

Fiammetta Rocco, “Arts and Books Editor” de The Economist, dice: “E’ un film splendido: divertente, triste, comico, e terribilmente serio… Penso che ‘Girlfriend in a Coma’ fissi uno standard interamente nuovo per i documentari”.

Emmott commenta: “Gli italiani stessi forse non se ne rendono conto, ma il loro è un Paese chiave per tutto l’Occidente – per certi versi ne definisce l’anima – e il collasso visibilmente in corso è una tragedia che pagheremo tutti, nei decenni e forse nei secoli”. (da Affaritaliani.it)

 

Un modo per mettere il “bavaglio” al “vero giornalismo”

“E’ giusto che i direttori siano responsabili. Non è una questione di censura ma il direttore deve dare delle indicazioni sul tipo di cultura giornalistica che vuole poiché non è, o meglio, non dovrebbe essere il menestrello di alcuno”
Franco Siddi, presidente della Federazione nazionale della stampa,  Gianpaolo Pansa, ed Enzo Iacopino sono intervenuti sul “caso Sallusti”.

Secondo Siddi “questa è una legge che getta vergogna sull’Italia. Non coincide con la Costituzione e la normativa europea. Saremo sanzionati a Strasburgo e faremo la solita brutta figura a livello internazionale. I direttori e i giornalisti – ancora Siddi – devono assicurare la responsabilità verso i cittadini assicurando un’informazione leale. I giornalisti devono avere la libertà di raccontare i fatti come li osservano e di commentarli. Le opinioni devono essere messe a confronto con altre idee e non con la galera”.
Pansa ha chiesto la grazia per il direttore del Giornale. “Intanto bisogna dare la grazia a Sallusti – ha detto intervenendo nel dibattito – poi si possono fare tutte le discussioni. Avremo Sallusti in galera e i politici ladri in parlamento. Non si può ragionare su questo caso senza guardare il contesto. Lui ora rischia grosso e a gran parte di politica e magistratura questo fa piacere. L’unica arma in mano ce l’ha Napolitano, è fondamentale che non resti 14 mesi in carcere perché sennò lì dentro rischia grosso”.

Ecco il giudizio del presidente dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino:

Un’intimidazione a mezzo sentenza, un’intimidazione a tutti i giornalisti“. Enzo Iacopino, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, commenta cosi’ la decisione della Corte di Cassazione di confermare la condanna a Sallusti. “Le norme sosterranno pure la decisione – osserva Iacopino – ma la conseguenza e’ devastante per la liberta’ di stampa. Ogni organo di informazione vivra’ questa decisione come una intimidazione. E il costo maggiore lo pagheranno i cittadini che avranno una informazione ancora meno libera”. “Mai avremmo immaginato di vedere che in Italia, Paese che continua a vantarsi di essere la culla del diritto, si va in galera per una opinione che l’interessato nega perfino di aver espresso – attacca Iacopino -. E resta quella domanda: come e’ possibile che per lo stesso reato si passi da 5.000 euro di multa a 14 mesi carcere in due gradi di giudizio? La Corte Costituzionale ha scritto che la liberta’ di informazione e’ ‘la pietra angolare’ del nostro sistema democratico. Da oggi si sentono preoccupanti scricchiolii.